«Neanche un passo indietro», ma con i dovuti distinguo e soprattutto con un cordone sanitario per i partiti dell’estrema destra post-franchista.
L’Orgullo Lgtbi sarà aperto a tutti, come ogni anno, ma non tutti partiti spagnoli potranno sfilare con un proprio carro nel corteo: alcuni si dovranno accontentare di marciare a piedi, magari con uno striscione, ma senza camion. Così hanno deciso i comitati organizzatori del Pride di Madrid, che si celebrerà nella capitale spagnola il 6 luglio, e del Pride di Barcellona, in scena questo sabato 29 giugno.
In particolare non ci saranno carri del PP, il Partido Popular, di destra e di ideologia democristiana, e, soprattutto di Cs, i liberali di Ciudadanos, che hanno sempre dichiarato di sostenere i diritti del collettivo Lgbt, dalle leggi contro omofobia e transfobia fino alla gestazione per altri, osteggiata invece da gran parte della sinistra iberica.
Altri partiti, come il Psoe (socialisti) e Podemos (sinistra radicale), sfileranno invece come sempre nel corteo di carri a sostegno della comunità Lgbti.
La pietra dello scandalo, in questo 2019 simbolico a 50 anni dai moti di Stonewall, non è uno specifico progetto di legge, ma piuttosto le scelte politiche nel gioco delle alleanze post-elettorali, in un anno di elezioni al Parlamento statale, nella maggioranza delle comunità autonome e alle comunali.
Il Psoe è risultato il primo partito sia alle Cortes sia in quasi tutte le assemblee locali, ma se a livello nazionale non ci sono alternative al governo di Pedro Sánchez, in molte comunità e in diverse grandi città, come la stessa capitale Madrid, la destra ha conquistato o mantenuto il potere, nonostante la sconfitta elettorale, con accordi tripartiti, fra il PP, Ciudadanos e Vox, la nuova formazione di estrema destra che esalta l’ordine, l’uso delle armi, si vanta di rappresentare la Spagna profonda e osteggia il femminismo e la tutela delle minoranze, come la comunità Lgbt.
I comitati organizzatori del Pride e la Felgt, la Federazione delle associazioni Lgbti di Spagna, avevano proposto un documento politico ai partiti che volessero appoggiare la manifestazione dell’Orgullo e chiedevano l’impegno a non accettare i voti di Vox per ottenere sindaci e presidenti di comunità autonome.
PP e Ciudadanos, però, hanno rifiutato di firmare questa clausola e nel frattempo hanno effettivamente stretto accordi con l’estrema destra, sul modello di quello che avevano raggiunto a fine 2018 in Andalusia. Così a Madrid la sindaca Manuela Carmena, il cui movimento Más Madrid è stato il più votato alle comunali, ha dovuto comunque abbandonare il palazzo di Cibeles e al suo posto è stato eletto primo cittadino José Luis Martínez-Almeida, del PP, con i voti appunto di Ciudadanos e di Vox, che in campagna elettorale aveva proposto di spostare il corteo del Pride, espellendolo dal centro per relegarlo nella Casa de Campo, un po’ come se a Milano il Pride si svolgesse attorno all’Idroscalo o a Roma al Parco dell’Appia antica. Non a caso, una delle prime iniziative della nuova amministrazione cittadina è stata modificare i cartelli previsti proprio per il Pride, eliminando tutti i riferimenti agli oppositori politici che avevano difeso la propria identità trans, lesbica o gay anche durante gli anni della dittatura franchista.
Per chi ha scelto di governare con l’estrema destra, quindi, non ci può essere una rappresentanza ufficiale alla marcia dei diritti. «Come in ogni manifestazione avranno ovviamente la libertà di partecipare a piedi – ha chiarito Uge Sangil, la presidente di Felgtb – a parità di condizioni con qualunque altra associazione, ma stare nella testa di un corteo che grida “Nemmeno un passo indietro” e che simbolizza la libertà e uguaglianza di diritti della nostra comunità, mentre nello stesso tempo si aprono le stanze del potere a quelli che vogliono toglierci un’altra volta i pochi diritti che siamo riusciti a conquistarci, sono cose incompatibili. Da parte di tutte le associazioni che rappresentano la comunità Lgbti chiediamo coerenza ai partiti».
Un discorso analogo arriva dalla presidente del Cogam, il Collettivo Lgbti+ di Madrid, Carmen García de Merlo, che mette in guardia su ciò che può accadere nel futuro prossimo: «Quest’anno – in cui sono apparsi in Spagna partiti politici con rappresentazione istituzionale che propugnano un ritorno indietro, a un Paese grigio, senza diritti civili, costretto e punitivo nei confronti di comportamenti che loro considerano immorali e riprovevoli – pensiamo che sia meglio celebrare l’attivismo in testa al corteo di questa manifestazione, pur riconoscendo i partiti che hanno sottoscritto il nostro decalogo, ringraziandoli per il loro impegno e negando collaborazione con quelle forze che vogliono farci retrocedere».
In testa al corteo, infatti, ci saranno figure storiche del movimento Lgbt spagnolo come Boti García Rodrigo, Jordi Petit, Carla Antonelli o Beatriz Gimeno, in una manifestazione che vuole rievocare e omaggiare la storia Lgbt e le generazioni che hanno fatto quella storia, tanto è vero che il tema di quest’anno è «Anziani senza armadi: Storia, Lotta e Memoria!».