D’ora in poi, secondo l’«Atto per l’autonomia del genere» approvato il 18 giugno dal Parlamento di Reykjavík (con 48 voti favorevoli, 9 contrari e tre astensioni), le persone islandesi che lo vorranno potranno registrare il proprio genere «in accordo con le loro esperienze di vita», senza bisogno di accertamenti e diagnosi mediche per confermare un percorso di adeguamento di genere.
Come dichiarato dalla premier Katrín Jakobsdóttir nessuno può decidere sulla propria vita meglio del singolo individuo. Ed è questo il principio-base della nuova legge, proposta dalla stessa prims ministra.
I genitori potranno scegliere di non attribuire alla nascita il genere maschile o femminile ai neonati ma di optare per quello «X».
Mentre speciali équipes di medici saranno chiamate a certificare la situazione dei soggetti venuti al mondo «senza specifiche caratteristiche sessuali», così da «assicurare il diritto individuale all’immunità fisica».
Inoltre, verrà superata la divisione stereotipica dei nomi propri di persona in base al genere: un uomo potrà avere un nome femminile e una donna viceversa uno maschile senza necessitare più del permesso di un «Comitato nazionale degli appellativi».
I soggetti minori di 18 anni dovranno comunque chiedere il parere dei genitori, prima di cambiare il proprio genere all’anagrafe.
Anche per un Paese come l’Islanda, che nel 2018 è risultata essere al primo posto nella classifica internazionale dell’uguaglianza di genere stilata dal World Economic Forum, la nuova legge ha il carattere di uno spartiacque per il costume sociale, la politica, l’etica e la scienza.
«Per migliorare i diritti umani di tutti – ha commentato la premier sono necessari coraggio e volontà politica».
Per l’attivista Owl Fisher, presidente di Trans Iceland, che ha collaborato alla stesura del testo di legge, «l’Islanda ha approvato una delle leggi più progressiste per i diritti delle persone transessuali e intersessuali e lo ha fatto senza alcun conflitto pubblico. Questo provvedimento ha tutto il potenziale per fare dell’Islanda il paese leader mondiale dei diritti Lgbti».
Seppur presentata come molto avanzata, la legislazione appena approvata non risolve la sorte dei soggetti minori intersex. Diversamente da quanto inizialmente previsto dal disegno di legge, il testo non ha alla fine introdotto alcuna protezione specifica al riguardo: una rinuncia criticata da esponenti dell’associazionismo islandese, che parlano di vittoria a metà.
La proposta di legge presentava una norma per vietare la pratica degli interventi chirurgici non necessari su soggetti neonati intersessuali. Tale compito è stato affidato a un nuovo comitato speciale, che entro 12 mesi dovrà stilare una legge specifica per minori e adulti intersessuali.