Alla fine si è svolto nel pomeriggio il Tbilisi Pride, benché il comitato organizzatore avesse diffuso in mattinata la notizia d’un ulteriore rinvio per motivi di sicurezza.
Mossa strategica, questa, per disorientare il presidio di protesta, guidato dal nazionalista d’estrema Levan Vasadze, proprio sul luogo in cui sarebbe dovuta iniziare la marcia dell’orgoglio Lgbti.
Domenica 16 giugno, il milionario, legato commercialmente alla Russia, indossando un costume nazionale bianco e brandendo una croce, aveva invitato in un parco di Tbilisi a formare un cordone di vigilanza per fermare il Pride. Tenendo poi in mano una cintura, aveva urlato che sarebbe stata utilizzata per legare i manifestanti Lgbti. Per poi aggiungere: «Fra di noi c’è parecchia gente con esperienza militare, atleti famosi, giocatori di rugby, lottatori. Se la propaganda della perversione tenta in qualche modo di manifestare, sfonderemo qualsiasi cordone di polizia».
Ma Vasadze non solo non ha trovato nessuna delle persone partecipanti al Pride ma è stato pubblicamente beffato, quando il comitato organizzatore ha fatto sorvolare sulla sua testa e su quella dei contro-manifestanti un drone con tanto di bandiera rainbow. Cosa resa subito nota con un post sulla pagina ufficiale Fb del Tbilisi Pride.
Un’ora fa si è invece svolto il breve corteo della marcia georgiana dell’orgoglio Lgbti davanti all’ufficio del ministro dell’Interno. Presente sul posto anche l’attivista olandese Hans Verhoeven nelle vesti di ambasciatore del Pride.
A Gaynews così ha commentato l’accaduto Yuri Guaiana, senior campaign menager di All Out, che si era recato a Tbilisi, il 20 giugno, per consegnare alle autorità governative le 28.000 firme raccolte a sostegno del Pride: «Oggi le attiviste e gli attivisti Lgbti georgiani hanno scritto una pagina di storia riuscendo a fare il primo Pride in Georgia.
Di fronte al all’ufficio del ministro dell’Interno hanno sfilato per pochi minuti portando con orgoglio la bandiera arcobaleno e dando corpo e voce alla sete di libertà e dignità dell’intera comunità Lgbti georgiana. Il loro coraggio e determinazione sono d’ispirazione per tutti noi».