Come denunciato ieri dal Mit – Movimento Identità Trans, Desy, trans sex worker sudamericana regolarmente soggiornante, è stata aggredita a Bologna la notte del 14 luglio.
«Mentre lavorava in strada – così si legge nel lungo post pubblicato sulla pagina ufficiale dell’associazione – è stata adescata da una giovane coppia italiana (un uomo e una donna) per avere una prestazione. La nostra compagna è stata fatta salire in macchina per poi appartarsi in un parcheggio in campagna utilizzato dalla comunità delle trans sex worker latino-americane. La coppia decide di scendere dalla macchina per fumare una sigaretta e anche Desy (nome di fantasia) scende. All’improvviso viene aggredita alle spalle da altri due ragazzi italiani con delle spranghe di ferro e anche la coppia si appresta a colpire la ragazza.
Oggi Desy è a casa con grosse contusioni sulle braccia e sulle gambe. Non riesce a camminare. Ci è stato chiesto di rimanere in anonimo perché Desy ha paura di rivolgersi al pronto soccorso e di denunciare l’aggressione alle autorità competenti».
Per il Mit l’aggressione a Desy è «di chiara matrice fascista, organizzato per colpire quella determinata categoria. Come da loro abitudine, i fascisti, da codardi quali sono, escono di notte dalle fogne per poter agire indisturbati e attaccare le persone che in quel momento non possono difendersi. Se di emergenza sicurezza vogliamo parlare in questo paese, allora non dobbiamo pensare che il pericolo arrivi dalle coste libiche ma viene direttamente dalle nostre città. I fascisti vendono armi da guerra. I fascisti incitano al caos sociale. I fascisti aggrediscono gli ultimi e gli esclusi di questa società. I fascisti sono bianchi con cittadinanza italiana. Desy preferisce rimanere anonima perché ha paura di ritorsioni e perché completamente sfiduciata che il sistema possa tutelarla in quanto lavoratrice del sesso e persona trans. Desy ha paura, nonostante il permesso di soggiorno, di non vedere tutelati i proprio diritti».
L’associazione, fondata da Marcella Di Folco, guidata per anni dall’attivista e scrittrice Porpora Marcasciano e attualmente presieduta da Nicole De Leo, ha tenuto infine a ricordare come «in Italia l’esercizio della prostituzione dopo la cosiddetta legge Merlin» non sia più regolamentata ma si trovi «in un limbo giuridico. Sono perseguibili dalla legge il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, invece l’esercizio di quest’ultima tra persone adulte è dichiarata lecita dalla sentenza della Corte di Cassazione 1 ottobre 2010 nr. 20528.
Le attuali norme non garantiscono la sicurezza per le persone che praticano il sex work. Per questo auspichiamo un dibattito pubblico sul tema meno ipocrita e davvero attento ai bisogni di chi esercita il lavoro della prostituzione».