L’omosessualità «per me è una malattia come le malattie psichiatriche», «Io avevo un gatto che era sospettato di essere gay. Questo dimostra che è una malattia»; «Omosessualità può sfociare nella maniacità sessuale e pedofilia».
Questi solo alcuni dei commenti rilasciati giorni addietro su Facebook da Giovanna Foracchia, dirigente medica presso l’ospedale Gaetano Pini di Milano, nonostante dal maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) abbia cancellato l’omosessualità dal novero delle malattie mentali.
Tali parole tengono immediatamente dietro a quelle contenute nel referto compilato da un medico dell’ospedale SS. Antonio e Biagio in Alessandria, che aveva segnalato l’omosessualità di un paziente nella lettera di dimissione dall’ospedale, come se avesse qualche rilevanza clinica. Caso, questo, oggetto di una specifica interrogazione urgente del deputato Ivan Scalfarotto alla ministra della Salute Giulia Grillo.
Alla luce di questi due episodi All Out in collaborazione con Certi Diritti ha lanciato una petizione online che, indirizzata a Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, «per chiedere all’Ordine dei medici di sanzionare questi comportamenti e organizzare corsi di formazione su come assistere al meglio» persone Lgbti necessitanti di visite o cure.
Contattato da Gaynews, Yuri Guaiana, presidente di Certi Diritti e promotore della campagna, ha dichiarato: «L’Oms ha cancellato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali il 17 maggio 1990. Che a quasi trent’anni da quella storica data una medica lombarda affermi che l’omosessualità sia una malattia, associandola a maniaci sessuali e pedofili, è gravissimo e l’Ordine dei medici deve prendere provvedimenti».