Oltre 5.000 persone a Matera e quasi 500 a Imola per la marcia dell’orgoglio Lgbti.
Nela città dei Sassi, che quest’anno è la capitale della cultura europea, le persone partecipanti al Matera Heroes Pride sono giunte da tutta Italia, soprattutto dal Sud per ragioni di vicinanza geografica.
«Anche i Sassi lo sanno: chi si ama non si perde». È stato questo lo slogan simbolo, che riportato sullo striscione del coordinamento, si è aggiunto all’altro significato dell’iniziativa, a cui ha aderito la Fondazione Matera Basilicata 2019. Il significato del Matera Heroes Pride era stato spiegato nel documento politico redatto dal coordinamento, la cui portavoce è la presidente di Arcigay Basilicata Morena Rapolla.
«In un contesto storico in cui la disumanità e la negazione dell’altro sembrano essere un tratto caratterizzante della nostra società – si legge fra l’altro – non basta tornare umani, occorre diventare superumani. Il messaggio è chiaro e dirompente: il vero superpotere è la diversità e l’unicità di ciascuno di noi».
Partita da via don Luigi Sturzo alle 17:00, la marcia dell’orgoglio Lgbti si è snodata lungo le principali vie della città ed è terminata in piazza Matteotti, dove ha avuto luogo un party animato da Eleonore Ferruzzi.
Tra i tanti interventi, che si sono succeduti durante la parata su un palco mobile, quello a favore di lavoratori e lavoratrici della Ferrosud, nella zona industriale Jesce di Matera, che rischiano il posto di lavoro.
2° edizione, invece, della Rivolta Gaya_Imola Pride, che, partita intorno alle 18:00 da piazzale Anselmo Marabini, si è conclusa di fronte al prato della Rocca Sforzesca.
Durante la marcia dell’orgoglio Lgbti si sono susseguiti interventi di vario genere, che hanno spaziato dal significato dei moti di Stonewall nel 50° anniversario alla necessità di combattere l’omotransfobia, la violenza maschile, qualsiasi forma di razzismo e di contrastare le politiche di chi promuove eventi come il World Congress of Families.
Guarda la GALLERY