Tempo di sole, mare e castelli di sabbia. L’omofobia, però, è in agguato anche sotto l’ombrellone.
Il 16 luglio la giornalista Silvana Grasso ha segnalato su La Sicilia un episodio di omofobia familiare, avvenuto su una spiaggia libera di Mascali, in provincia di Catania. Protagonisti della vicenda un padre volgare e machista e il figlio di circa sette anni, magro, dagli occhi tristi e dai gesti delicati.
L’autrice dell’articolo, testimone dell’episodio, racconta con sgomento la brutalità della scena che si consuma sul bagnasciuga, dove il padre, intollerante verso questo figlio che, ai suoi occhi, non dà sfoggio di virile prestanza tra le onde del mare, lo tocca nelle parti intime chiedendogli, in dialetto, se è maschio o femmina (Si masculu o fimmina?). Tutto sotto lo sguardo silente e omertoso della madre.
«Non era il figlio che voleva, quel bimbo gentile dal caschetto bruno», commenta Silvana Grasso, mentre osserva quel padre quasi in preda d’un demone maschilista e omofobo. «Un padre omofobo – continua la giornalista – è un cancro incurabile, trasmette geneticamente il suo omofobico disprezzo nell’indifferenza istituzionale e sociale».
A conclusione dell’articolo viene rilevato come, probabilmente, questo bimbo sarà sicuramente vittima di una «carneficina» non solo da parte del padre ma anche di un intero quartiere omofobo e di un pensiero omofobo ,che si tramanda come un gruppo sanguigno.
Per avere delucidazioni sulla vicenda, abbiamo raggiunto telefonicamente Giovanni Caloggero, leader storico di Arcigay e punto di riferimento per la collettività Lgbti catanese e siciliana.
«È appena trascorso il Catania Pride, che ha registrato un successo enorme, ed ecco emergere prepotente un disgustoso episodio che sembra segnato, più che dall’omofobia, da quella cultura patriarcale e sessista cui ci opponiamo da sempre – così esordisce al telefono Caloggero -, Un padre, un genitore inquadrato in quella “famiglia naturale”, tanto cara ai retrogradi ignoranti del Congresso di Verona, non esita a umiliare il proprio figlio “naturale” per i suoi atteggiamenti poco conformi allo stereotipo della sua ignoranza e inciviltà.
Beh se questa è una famiglia, se questo è un genitore, se questo è un uomo, allora, no grazie. Arcigay Catania ha da giorni chiesto formalmente un incontro con la stampa e i media, per poter evidenziare ancora una volta i danni generati da questa mancanza di cultura e sensibilità, nonché con gli organi preposti alla pubblica istruzione per avviare e intensificare un accurato percorso di educazione alle differenze».