Un’autentica bufera politica quella che si è abbattuta su Giuseppe Cannata, vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli, per un post ieri pubblicato (e poi successivamente rimosso), che recitava: «E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili». Caso, su cui a suscitare per primo l’attenzione era stato ieri Arcigay Rainbow Valsesia Vercelli.
Le parole di scusa del medico 72enne non sono bastate (anche perché non è nuovo a post sessisti e omotransfobici) a farlo restare in Fratelli d’Italia, gruppo politico di appartenenza, dopo che la stessa Giorgia Meloni aveva twittato: «Da Giuseppe Cannata affermazioni gravissime, in Fratelli d’Italia non c’è posto per chi scrive certe cose».
Da Giuseppe Cannata affermazioni gravissime, in Fratelli d’Italia non c’è posto per chi scrive certe cose. pic.twitter.com/H3KvU1E8XH
— Giorgia Meloni ?? ن (@GiorgiaMeloni) July 22, 2019
Una presa di posizione che la leader di FdI non poteva non assumere dopo che il deputato del Pd, Ivan Scalfarotto, l’aveva espressamente interpellata: «Giorgia Meloni, abbiamo qualcosa da dire a questo signore? Post shock del consigliere comunale Cannata: Ammazzateli ste lesbiche, gay e pedofili».
Abbiamo qualcosa da dire a questo “signore”, @GiorgiaMeloni?#lariachetira
Vercelli, post shock del consigliere comunale Cannata: «Ammazzateli ste lesbiche, gay e pedofili» https://t.co/6y6yEYA8xy— Ivan Scalfarotto ?? (@ivanscalfarotto) July 22, 2019
Ma, nonostante le richieste giunte da più parti, Cannata si è limitato ad autosospendersi dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Perché a dimettersi non ci pensa proprio, tra lo sconcerto dello stesso sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, che ha dichiarato: «Sono incredulo, non si riesce neppure ad immaginare come si possano scrivere frasi del genere».
Durissimo Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Pari Opportunità e ai Giovani che in un lungo post su Facebook ha fra l’altro scritto: «Non basta togliere un post. Non bastano le scuse. Per una semplice ragione: non è accettabile che qualcuno scriva Questi schifosi ammazzateli tutti, ‘ste lesbiche, gay e pedofili. Se poi quel qualcuno ha una carica istituzionale (nello specifico, Giuseppe Cannata, vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli) il fatto è ancora più grave».
Per poi concludere: «Non mi interessa sentir dire da Giuseppe Cannata che non è omofobo. Dopo. Mi interessa che la politica, a tutti i livelli e di tutti i colori, difenda i diritti di tutti. E non dia tristi spettacoli come quello odierno».
Da parte sua il deputato del Pd Alessandro Zan ha rilevato come le parole di Cannata siano la riprova dell’«odio più becero, più meschino, più pericoloso: quello dalle istituzioni».
Ma a gravare su Cannata non c’è solo la questione delle dimissioni ma anche quella dell’espulsione dell’Ordine dei Medici.
«Quelle frasi mi lasciano esterrefatto, senza parole». Così Pier Giorgio Fossale, il presidente dell’Ordine provinciale dei medici e degli odontoiatri di Vercelli, cui sono arrivati numerosi esposti, che saranno esaminati nei prossimi giorni in una con l’audizione dello stesso Cannata in Commissione Deontologia.
A invocare provvedimenti adeguati anche la ministra della Salute Giulia Grillo, che ha twittato: «Cannata, che oltre a essere un politico è anche medico, con le sue parole indegne infanga istituzioni e società. Auspico che l’Ordine dei Medici prenda subito provvedimenti adeguati. Chi porta un camice dev’essere il primo a dare il buon esempio!».
#Cannata, che oltre a essere un politico è anche medico, con le sue parole indegne infanga istituzioni e società. Auspico che l’Ordine dei Medici prenda subito provvedimenti adeguati, chi porta un camice dev’essere il primo a dare il buon esempio! pic.twitter.com/wGQC4fe3SS
— Giulia Grillo (@GiuliaGrilloM5S) July 22, 2019
Nel tardo pomeriggio è intervenuta sulla vicenda anche la Curia di Vercelli, che in un comunicato, diramato per volere dell’arcivescovo metropolita Marco Arnolfo, ha dichiarato di essere venuta «a conoscenza con sbigottimento e profonda amarezza dagli organi di stampa nazionali delle pubbliche esternazioni di un membro dell’amministrazione comunale della città che suonano come incitamento alla discriminazione sessista, all’odio e alla violenza omicida, sempre da bandire e da condannare, in qualsiasi caso, da parte della coscienza cristiana ispirata ai valori evangelici.
La diocesi esprime la più risoluta riprovazione nei confronti di tali affermazioni, auspicando il ristabilirsi di un clima istituzionale improntato ai valori della tolleranza e del rispetto umano per la diversità, sotto qualsiasi forma ed appartenenza, e compiacendosi altresì delle inequivocabili e tempestive prese di distanza già avvenute da parte di esponenti politici nazionali e del sig. sindaco della città di Vercelli.
Al tempo stesso l’arcidiocesi eusebiana ribadisce la totale comunione e condivisione con l’energica azione intrapresa dai recenti pontefici, e in particolare da papa Francesco, per combattere la piaga della violenza e degli abusi sui minori, all’interno e all’esterno del mondo ecclesiale».