«Abbiamo fatto tutto insieme. Era un’attivista senza paura. Siamo andate a manifestazioni per difendere i nostri diritti. Ci siamo persino alzate in piedi di fronte ai veicoli dotati di cannone ad acqua, insieme. Non supererò mai la sua morte… Rimarrà, dentro di me, sempre come una cicatrice».
Queste le parole che Didem Akay, vincitrice del concorso di Miss Trans Turchia il 15 gennaio 2019, aveva dedicato all’amica Hande Kader, colpita da un idrante della polizia durante il Pride di Istanbul del 2015 e poi assassinata il 12 agosto 2016.
Nella notte tra il 21 e il 22 luglio Didem (anche conosciuta come Esmer) si è suicidata, impiccandosi in una stanza di albergo a Istanbul (dove viveva da tempo pur essendo nata a İzmit), incapace di reggere oltre la dilagante pressione transfobica nel Paese, alimentata dalle prese di posizioni discriminatorie del governo. Aveva appena 25 anni.
Secondo SPoD Lgbti ci sarebbe una responsabilità politica alla base del suicidio di Didem. Suicidio, che per Didem come per altre persone trans sarebbe in realtà un «omicidio per gli impediementi ai servizi sanitari, alla vita lavorativa e alla tutela giuridica».
Di Didem resta l’ultimo post pubblicato su Facebook poco prima della morte.
Contattato da Gaynews, Yuri Guaiana, senior campaign manager di All Out e presidente di Certi Diritti, ha dichiarato: “La notizia del suicidio di Didem Akay, già vincitrice del concorso di bellezza trans a Istanbul nel 2019 e amica della coraggiosa attivista Hande Kader assassinata il 12 agosto del 2016, è straziante.
Secondo Transgender la Turchia è il Paese europeo con il più alto numero di denunce per omicidi di persone trans. Questo clima transfobico è insostenibile e il Governo turco ne è corresponsabile”.