Con lettera di dimissioni, protocollata questa mattina in Municipio, Giuseppe Cannata si è dimesso dall’incarico di vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli ma non da quello di consigliere comunale.
Il medico 72enne, che si era già autosospeso da Fratelli d’Italia, è stato iscritto ieri nel registro degli indagati per istigazione a delinquere,aggravata dall’utilizzo di mezzi informatici e telematici per le parole postate (poi cancellate) su Facebook: «E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili».
Ma Arcigay Rainbow Valsesia Vercelli, che ha sollevato il caso, insiste perché Cannata si dimetta anche da consigliere comunale. Per questo motivo ha indetto, per le 17:00 di domani, il flash mob Ammazzateci tutt* in piazza del Municipio.
Ha anche co-organizzato la campagna promossa da All Out Dimissioni subito. Una raccolta di firme online così descritta sul sito del movimento gloobale:«”E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili”. Questo l’aberrante post pubblicato dal vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli. E la cosa ancora più grave è che Giuseppe Cannata è pure un medico, cioè una persona che ha giurato “di perseguire la difesa della vita” e “il sollievo della sofferenza”!
Fortunatamente, la Procura l’ha già iscritto nel registro degli indagati per istigazione a delinquere aggravata, ma lui non intende dimettersi da consigliere.
Facciamo arrivare a tutti i consiglieri comunali di Vercelli questo messaggio forte e chiaro: Dimissioni subito!».
A Gaynews Yuri Guaiana, senior campaign manager di All Out, ha dichiarato: «In poche ore dal lancio della campagna già più di 3000 persone hanno chiesto le dimissioni immediate del dott. Cannata non solo dalla vicepresidenza del Consiglio comunale di Vercelli, ma anche da consigliere.
La notizia delle sue dimissioni dalla vicepresidenza sono un primo successo degli oltre 3000 firmatari della petizione, ma non ci fermeremo finché non otterremo le dimissioni del dott. Cannata anche da consigliere. Il suo comportamento ha minato la credibilità delle Istituzioni e costituisce una rottura del rapporto di fiducia con i cittadini Lgbt+. Non può rimanere in Consiglio comunale».