A poche ore dal comunicato diffuso dalla polizia russa su l’autore e il movente dell’omicidio di Yelena Grigoryeva, uccisa «per motivi privati durante un conflitto sorto tra due persone che si erano conosciute in precedenza». (tesi che desta non pochi sospetti), il deputato Ivan Scalfarotto (Pd) ha ricordato alla Camera, a fine seduta pomeridiana, l’attivista di San Pietroburgo
«Prendo la parola – ha esordito l’ex sottosegretario allo Sviluppo Economico – per ricordare Yelena Grigoryeva.
Yelena aveva 41 anni ed è stata trovata morta, nella notte tra sabato e domenica, colpita da otto coltellate e poi strangolata. Yelena era un’attivista per i diritti umani, combatteva contro la tortura, aveva protestato contro l’annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa. Ma era soprattutto una persona che combatteva per i diritti della comunità Lgbti in Russia.
Dal 2013, da quando è stata approvata la legge contro la cosiddetta propaganda gay, si sono scatenate contro persone della collettività Lgbti manifestazioni violente, che vengono spesso filmate e messe su YouTube per rovinare la vita altrui.
È una situazione estremamente drammatica, che poi si estende ben al di là delle città di Mosca e San Pietroburgo. Sappiamo che in Cecenia avvengono esecuzioni extra-giudiziali di persone omosessuali ed è una situazione, che riguarda i diritti umani, estremamente grave.
Lo dico soprattutto in questo periodo perché si parla molto della Russia come di una nazione e di un governo amico da parte della Lega ma anche del Movimento 5 Stelle. Sappiamo che il sottosegretario Di Stefano è andato addirittura a parlare al Congresso di Russia Amica.
Questa è la Russia vera e penso che sia il caso, nel momento in cui qualcuno perde la vita soltanto per il proprio orientamento sessuale in un Paese non lontano, che il Parlamento italiano si fermi a riflettere e a ricordare».