Tre aggressioni omofobiche a Barcellona nel giro delle ultime settimane. E tutte verificatesi sulla metro della città catalana. L’ultima è avvenuta il 6 luglio ai danni d’una coppia di giovani lesbiche.
Dimecres a la tarda la meva parella i jo vam patir una agressió lesbòfoba a la L2 del metro. Una dona ens va insultar i agredir per fer-nos un petó. @OCL_H @BarcelonaLGTBI @tv3cat @CCMA_cat @Toni_Cruanyes @mossos @JovesLambdaBcn @caladona @bcn_ajuntament @TMB_Barcelona pic.twitter.com/cRl80ra5or
— Carla Gallén ? (@carlunsky) July 6, 2019
Ne abbiamo parlato con Joaquim Roqueta, presidente della Plataforma d’Entitats Lgbti de Catalunya, che gestisce il Centro Lgbti di Barcellona.
Joaquim, episodi di violenza omotransfobica anche a Barcellona. Che cosa c’è da fare?
Siamo riusciti a far approvare una legge anti-Lgbtifobia, eppure ci sono ancora aggressioni, violenza e odio nelle nostre strade. Tali normative devono essere sviluppate con regimi sanzionatori, in modo che nessuna aggressione possa essere libera e garantire che le vittime sporgano denuncia e si sentano protette e seguite. Continuiamo a lavorare tutto l’anno e proviamo a cambiare la mentalità. Puntare soprattutto sull’educazione di giovani e adolescenti, fondamentale per cambiare la società.
Tutto ciò è realizzato soprattutto attraverso il Centro Lgbti. Quali i servizi offerti?
Il Centro dispone di un punto informativo con consulenza personalizzata per reindirizzare gli e le utenti. Ha un’area di servizi personali o familiari, in cui viene svolto un programma di consulenza e monitoraggio dei bisogni delle persone; un servizio di assistenza psicologica incentrato sulla prevenzione di problemi psicologici, prevenzione della violenza e consulenza globale. Esiste anche un gruppo di consulenza legale e giuridica, composto da uno specialista in Lgbtifobia e sierofobia, che si occupa anche di casi richiedenti asilo o rifugio politico (qualora connessi a discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere) nonché di diritto del lavoro. C’è inoltre uno sportello specifico per le persone trans.
Qual è stato il ruolo dell’amministrazione municipale nella realizzazione del Centro?
Il Comune di Barcellona ha accolto con favore la proposta concordata della Plataforma d’Entitats Lgbti de Catalunya (Plataforma LgbtiCat), raggruppante associazioni con più di 40 anni di storia. Ta, che avevano ottenuto da parte del Parlamento della Catalogna l’approvazione della legge per garantire i diritti delle persone Lgbti e per sradicare la lesbofobia, l’omofobia, la bifobia, la transfobia. Legge pioniera in Spagna. Il progetto si stava evolvendo e dalla primitiva idea di essere solo uno spazio per ospitare le varie associazioni esso è divenuto un importante centro comunale Lgbti con servizi, attività e una programmazione propria oltre a quanto già garantito dalle singole realtà.
C’erano già realtà simili a Barcellona prima del Centro?
A Barcellona c’erano due organizzazioni molto potenti come como Coordinadora Gai Lesbiana de Catalunya e Casal Lambda, che hannno sempre cercato di realizzare spazi decenti per offrire servizi all’intera collettività Lgbti. Ma con molte difficoltà economiche per poter ottenere edifici adatti in centro in una città come Barcellona. Da semre esse hanno avuto in mente un progetto come il Centro Lgbti.
Siamo a 50 anni dai moti di Stonwall. Per la comunità Lgbti di Barcellona quali sono stati i traguardi raggiunti negli anni alla luce di quello storico evento?
Un traguardo significativo è stata l’unione di molte realtà Lgbti – diventate antagoniste n alcuni momenti storici erano –, che, per raggiungere obiettivi specifici, si sono riavvicinate nella creazione della Plataforma d’Entitats Lgbti de Catalunya.
Tra questi obiettivi innanzitutto l’approvazione, in tempi di record, della legge contro la Lgbtifobia da parte del Parlamento della Catalogna: davvero un grande successo Ma anche l’intitolazione del Parco della Cittadella, dove era stata brutalmente assassinata da alcuni neonazisti la donna transgender Sònia Rescalvo, per tutelare la nostra memoria storica. E, poi, proprio il Centro Lgbti, che ha segnato il raggiungimento di molte delle nostre rivendicazioni.