In migliaia a Rimini, Reggio Calabria e Campobasso per il Pride. Un ultimo sabato di luglio che ha visto da nord a sud persone, associazioni e sigle sindacali sfilare orgogliosamente per reagire al crescente clima omotransfobico, alimentato anche da certa classe politica, e rivendicare la piena parità dei diritti. Il tutto sfidando anche il maltempo, come è successo a Rimini, dove, in ogni caso, oltre 3.000 non si sono lasciate intimorire dalla pioggia battente.
A marciare sul lungomare della città romagnola per la 4° edizione del Summer Pride anche il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, l’assessora regionale al Bilancio Emma Petitti e la consigliera regionale Nadia Rossi, entrambe reduci dalla sfiancante due giorni per l’approvazione della legge emiliano-romagnola contro le discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere. Presente anche Franco Grillini, direttore di Gaynews e presidente di Gaynet.
«Un giorno storico per la Regione Emilia-Romagna – così l’ha definito Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini Alan Turinge e ideatore del Summer Pride –, perché nella notte, dopo una maratona di 39 ore ininterrotte in Consiglio regionale, è stata approvata la legge contro l’omo-transfobia da tanto tempo attesa. È una legge imperfetta e con delle lacune, ma con un ottimo impianto anche perché basata sulla legge di iniziativa popolare che come Arcigay regionali abbiamo promosso e sostenuto da anni».
3.000 persone hanno sfilato anche a Reggio Calabria, partendo alle 17:30 dalla Pineta Zerbi per poi riversarsi sul lungomare Falcomatà. Molte le bandiere arcobaleno sventolanti durante la parata, composta per lo più da giovani e dalle tantissime associazioni aderenti.
Madrina dell’orgoglio Lgbti Marilena Grassadonia, ex presidente di Famiglie arcobaleno e candidata alle recenti europee nelle liste de La Sinistra. Presenti, fra gli altri, anche Luciano Lopopolo, presidente d’Arcigay nazionale, e Valerio Mezzolani, segretario nazionale di Gaynet.
In prima fila anche il 36enne sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà (Pd), che ha tenuto un emozionante discorso.
«Vorrei che Reggio – ha dichiarato – fosse la città dei diritti. Perché i diritti “aggiungono” non “tolgono” niente a nessuno. Una città in cui le differenze siano fonte di ricchezza, una città rispettosa degli altri, in cui ognuno possa sentirsi libero di amare chi vuole senza doversi nascondere o aver paura di essere deriso o giudicato.
La festa di oggi, colorata, pacifica, allegra, è uno straordinario messaggio di pace e libertà. Reggio deve essere questo: una città in cui nessuno si senta escluso, mai. Oggi c’erano tanti ragazzi, c’erano tanti genitori, c’erano anche tante persone anziane che probabilmente da giovani hanno sofferto una società in cui era meglio passare per pazzi che dire liberamente di essere gay.
Ecco io sono qui oggi per testimoniare la mia vicinanza a chi ancora si sente discriminato e per lavorare per una città che metta al centro le persone in quanto esseri umani».
Un migliaio, invece, (500 secondo la Questura) alla 2° edizione del Molise Pride, che si è tenuto a Campobasso. La marcia dell’orgoglio Lgbti è partita alle 17:00 da piazza Vincenzo Cuoco. «Gli obiettivi di questa manifestazione sono il sostegno e la tutela delle persone Lgbti». Così, prima che il corteo si snodasse, Luce Visco, presidente di Arcigay Molise, vittima negli scorsi giorni di messaggi minatori e offensivi via social.
Al Molise Pride ha preso parte anche il sindaco Roberto Gravina (M5s) e gli assessori pentastellati Luca Praitano (Politiche sociali e Sport) e Paola Felice (Cultura e Attività produttive). Non ha invece partecipato il presidente della Regione Molise Donato Toma (Forza Italia) che, come lo scorso anno, si è presentato prima della partenza ribadendo: «Noi non concediamo il patrocinio per queste sfilate. Ma questo non vuol dire che non sia per la libertà di espressione».
Presenti, fra gli altri, anche il segretario generale di Arcigay, Gabriele Piazzoni, che è stato testimonial del Molise Pride insieme con la regista Karole Di Tommaso e gli attori Pietro Turano e Francesco Stella.
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