La Beijing Kunlun Tech Co Ltd, una delle più grandi società cinesi di mobile games, ha ieri dichiarato di essere pronta a rilanciare un’offerta pubblica iniziale (Ipo) della popolare app di incontri Grindr, fissando come scadenza della vendita il giugno 2020.
Lo scorso anno la società, che ha acquistato nel 2016 una quota di maggioranza della app (61,5%) assumendone il pieno controllo nel 2018, aveva dovuto sospendere i piani per un’Ipo un a causa delle obiezioni degli Usa. Il Comitato sugli investimenti esteri negli Stati Uniti (Cfius), che, dipendente dal Dipartimento del Tesoro, esamina le offerte per potenziali problemi di sicurezza nazionale, aveva infatti espresso preoccupazioni per la proprietà cinese dell’azienda con sede a Los Angeles.
Come riferito da Reuters in maggio, alcuni ingegneri cinesi avevano avuto accesso alle informazioni personali di milioni di utenti americani, inclusi messaggi privati e stato sierologico. Su richiesta della Commissione statunitense Kunlun aveva quindi accettato di vendere l’app per incontri, garantendo di non trasmettere dati sensibili a terzi in Cina.
Ma non solo, perché già nell’aprile precedente la Kunlun era finita nella bufera per aver condiviso con Apptimize e Localytics – che si occupano di migliorare le app – i dati personali degli utenti (27 milioni nel 2017).
Nel comunicato di ieri alla borsa di Shenzhen, Kunlun ha pubblicamente dichiarato che il Cfius non ha più «alcuna obiezione» per un’offerta pubblica iniziale di Grindr. La quotazione avverrà in una borsa valori al di fuori della Cina sulla base delle condizioni di mercato dei capitali esteri.