Come riportato dalla pagina Facebook Heather Paris Fans Page, la ballerina e cantante ha rilasciato negli scorsi giorni al portale Do It Better una lunga intervista, che uscirà integralmente il 23 agosto.
Nel corso dell’intervista Heather ha parlato di moltissime cose, togliendosi, fra l’altro, qualche sassolino dalle scarpe contro celebrità che dicono di essere icone Lgbt+ e che non si spendono per i diritti della collettività.
«A costo di passare per presuntuosa, fammi dire – ha osservato – un pensiero che mi frulla in testa da un po’. Essere icona Lgbtq è un premio che non tutti meritano allo stesso modo. Chiunque abbia visibilità pubblica – e la gente dello spettacolo è privilegiata in questo senso – dovrebbe spendersi per dare voce a chi voce non ha. E dovrebbe farlo senza mezze misure, senza essere paracula con frasi di circostanza.
Paracula si può dire? Tu scrivilo lo stesso. E dovrebbe farlo anche quando, anzi soprattutto quando, la difesa di chi non ha voce va contro il sistema. L’Italia ultimamente nella difesa delle minoranze ha fatto passi indietro preoccupanti. Quante icone Lgbtq hai visto, esporsi in temi come le adozioni gay, le gravidanze surrogate, l’aborto? Magari io farei una selezione più accurata delle icone… Tu cosa ne dici?».
Circa le famiglie arcobaleno ha ribadito la sua posizione col dire: «Non esiste la famiglia ‘naturale’ o quella ‘tradizionale, né quella ‘migliore’, ‘più morale’ o ‘più evoluta’. Esiste chi tu ami e chi ama te e insieme sono famiglia. Ti dirò di più. Io credo che la famiglia gay abbia il diritto di avere figli al pari della famiglia eterosessuale.
L’interesse superiore di un bambino è di trovare un ambiente famigliare sano e amorevole a prescindere da come è composto il nucleo famigliare. Finiamola di pensare che bastino due genitori di sesso diverso a fare una famiglia perfetta. Il mondo è pieno di famiglie tradizionali dove i figli subiscono abusi e violenze. L’Italia si è distinta per ben più disastrosi esperimenti sociali, quelli sì da condannare.
Penso al fatto che ancora oggi sia negato, attraverso l’obiezione di coscienza dei medici, il diritto della donna di abortire con conseguenze drammatiche. Penso alla legislazione italiana sulla procreazione assistita che ha creato il fenomeno del turismo procreativo».