Uno scambio di messaggi via WhatsApp tra l’ex datore di lavoro della sua ragazza, Giusy, e Anna (entrambi nomi di fantasia), giovane poco più che 30enne originaria del Centro-sud ma da tempo vivente a Reggio Emilia.
Oggetto della conversazione la mancata riconsegna delle chiavi dell’agenzia di scommesse («ma – assicura Anna – unicamente per circostanze di vario genere sopravvenute e non perché le tratteniamo volontariamente»), presso la quale Giusy lavorava 16 ore a settimana sulla carta ma nella realtà molte di più.
Una situazione diventata a tal punto insostenibile – anche, a dire della stessa, per presunti atteggiamenti scorretti di un collega – da indurla a licenziarsi due mesi fa. Ne era quindi seguita, a fasi alterne, una chat tra il titolare dell’agenzia reggiana e Anna, che sosteneva le parti della compagna provata dall’esperienza negativa.
Chat che, negli ultimi giorni, ha assunto toni sempre più violenti da parte dell’uomo, che si è lasciato andare a commenti sessisti e lesbofobici del tipo: «Merda lesbica, fatti inculare da un negro, che sei più contenta». Oppure, all’osservazione di Anna di non aver mai «lavorato per te fortunatamente», la risposta: «Ma per fortuna. Di lesbiche ne ho già piene le palle».
Interpellato da Gaynews, Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Reggio Emilia Gioconda e consigliere nazionale di Arcigay – che ha già preso contattato con le due giovani –, ha dichiarato: «Apprendere che qualcuno si permette di utilizzare espressioni omofobiche e razziste per ferire una donna fa davvero male. Non importa quale sia la diatriba: nessuno deve permettersi cose del genere, che colpiscono ognuna/odi noi.
Come Arcigay Reggio Emilia abbiamo sottoposto la questione alla nostra consulente legale, perché possa aiutare la ragazza oggetto di queste parole vergognose a valutare la situazione e proteggersi al meglio. C’è tanto da fare e l’importante è non rimanere silenti. Grazie alla ragazza che non si è lasciata intimorire e che è pronta a chiedere giustizia.
Rimane la questione di fondo: a quando una legge nazionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere?».