È morto domenica, presso l’ospedale centrale di Yaoundé, in seguito a un ictus Marc Lambert Lamba, figura di spicco del movimento per i diritti delle persone Lgbti in Camerun.
Marc Lambert Lamba aveva iniziato il suo impegno attivistico nel giugno 2006, una volta uscito dal carcere. Nel maggio dell’anno precedente era stato infatti arrestato durante un raid della polizia in un bar di Yaoundé con altri dieci uomini, tutti accusati di essere gay.
«Dopo questo episodio Lambert – ha oggi dichiarato l’avvocata Alice Nkom, sua legale durante il processo – ha trascorso la sua vita combattendo per i diritti umani e in difesa degli oppressi: era il combattente di tutti».
Sempre in prima linea e spesso minacciato, «Lambert non ha mai chiesto asilo politico. Non voleva andarsene perché il suo posto era qui a Yaoundé, per aiutare gli altri».
Per il suo compagno di lotte, l’attivista Yannick Ndomo, «Lambert era la figura di spicco, la mascotte del movimento e un leader che riusciva a farsi eco della sofferenza altrui».
Nel 2016 aveva fondato a Yaoundé un’associazione per aiutare le persone omosessuali in situazioni di vulnerabilità, il Center for Reflection and Action for Human Rights and Aids (Cerludhus).
In Camerun, dove l’omosessualità è illegale ed è punibile con una pena detentiva fino a cinque anni. la situazione delle persone Lgbti continua a essere gravemente critica.
Nel 2018 le organizzazioni locali per i diritti umani hanno documentato l’arresto di almeno 32 persone per rapporti omosessuali. Nello stesso anno sono stati registrati, sulla base di un rapporto delle ong camerunesi, 1.134 casi di attacchi omofobi.