Vittoria delle persone trans in Uruguay dopo il tentativo della destra di ridurne i diritti. Il tentativo di abrogare la specifica legge del 2018 è infatti fallito. Il 4 agosto solo il 10% di aventi diritto al voto si è recato alle urne, mentre il quorum richiesto perché il referendum potesse essere valido era del 25%.
La proposta referendaria era stata criticata dalle Nazioni Unite, che aveva espresso preoccupazione in vista della votazione di domenica.
La recente campagna per abrogare la legge a tutela delle persone transgender è stata guidata dal deputato Carlos Iafigliola, candidato alle ultime presidenziali del 30 giugno ed esponente della Corriente social cristiana legata al Partido Nacional.
Ma con i risultati accennati, anche perché, come dichiarato da Federico Graña (ex attivista Lgbti e direttore nazionale del dipartimento della Promozione socio-culturale del ministero dello Sviluppo sociale), «ci sono molte persone che appoggiano appieno la legge».
Viva soddisfazione per la scarsa affluenza alle urne è stata espressa da Miguel Lorenzoni Herrera, deputato di Frente Amplio, che, rilanciando su tweet un vecchio video dell’approvazione della legge, ha scritto fra l’altro: «Procediamo adesso uniti per un Uruguay che continua a fare la storia nei diritti e nell’uguaglianza».
Más del 90% de los uruguayos/as no votamos y de esa manera confirmamos que la #LeyTrans se mantiene firme.
Sigamos ahora juntos por un Uruguay que siga haciendo historia en derechos e igualdad. #EsLey pic.twitter.com/4NKKnEH9OT
— Miguel Lorenzoni Herrera (@Miguelorenzoni) August 4, 2019
Come noto, l’Uruguay è tra i paesi più progressisti dell’America Latina in materia di dirtti delle persone Lgbti. Dal 2003 è in vigore la legge contro l’omotransfobia, mentre nel 2009 è stata approvata la normativa che permette l’adozione omogenitoriale e nel 2013 è stato legalizzato matrimonio egualitario.
Particolarmente innovativa è proprio la legge del 19 ottobre 2018: essa prevede, fra l’altro, che l‘1% del personale della maggior parte delle agenzie governative sia costituito da persone trans e impone una quota dell’1% per le stesse nei programmi dell’Istituto nazionale per l’occupazione e la formazione professionale.
In ogni caso, nonostante i progressi legislativi, le persone trans uruguayane – come rilevato dal Sindicato Médico del Uruguay (Smu) – continuano a essere vittime di violenze e discriminazioni con un’aspettativa di vita di soli 35 anni.