Nadia Toffa, storico volto della trasmissione Mediaset Le Iene, non ce l’ha fatta. Dopo aver lungamente e strenuamente combattuto contro il cancro è morta stamani all’età di 40 anni, lasciando un vuoto difficilmente colmabile nei media italiani. A darne la notizia lo staff de Le Iene sulla propria pagina Facebook.
Innumerevoli i messaggi di cordoglio che si sono susseguiti nella giornata da parte di esponenti del mondo del giornalismo, dello spettacolo, della politica. Ma soprattutto di tante persone comuni, molte delle quali hanno già visitato la camera ardente allestita presso il Teatro Santa Chiara nella sua Brescia.
Ma la morte di Nadia ha suscitato dolore e commozione anche nella collettività Lgbti, verso le cui istanze aveva sempre dimostrato una sensibilità e un’attenzione non comune. In molti dei suoi servizi giornalistici aveva raccontato con semplicità ed efficacia le difficoltà, i drammi e i conflitti, che spesso vivono le persone Lgbti, come quando incontrò i due ragazzi della provincia di Napoli cacciati di casa perché gay o quando ha raccontò, senza retorica, come vivono le coppie di persone dello stesso sesso nel nostro Paese.
Raggiunta telefonicamente, la “Iena” Nina Palmieri, profondamente provata dal dolore, così ha ricordato a Gaynews la collega e l’amica: «È un giorno tristissimo. Ma è un giorno in cui Nadia ci avrebbe detto di non mollare e di continuare a lottare e a sorridere anche di fronte alle nostre fragilità. Lei non “ha perso la sua battaglia”. Perché in questo tempo, in ogni secondo, in ogni minuto in cui ha potuto vivere prendendosi tutto quello che voleva, in cui ha potuto illuminare il cammino di tanti con la sua forza e il suo coraggio, Nadia ha vinto.
“La Toffa” quando ti parlava, ti guardava dritto negli occhi da “vicino vicinissimo”. Ti si appiccicava proprio alla faccia e rideva e urlava quasi come a volerti stordire con la sua incredibile energia. E fino all’ultimo ha fatto cosí anche con il “bastardo”, come chiamava la sua malattia. Sono assolutamente certa che lo abbia fatto cagare sotto e che lo abbia fatto correre come faceva correre i “cattivi” che inseguiva, i pregiudizi e i muri che abbatteva. Mi, ci mancherà tanto e ora a Le Iene abbiamo la responsabilità di onorare il suo lavoro prezioso, anche se per noi niente sarà più come prima».
Vladimir Luxuria, che con Nadia aveva condiviso, in febbraio, le critiche a Daniela Santanchè per l’elogio del denaro nel corso della trasmissione Alla Lavagna!, l’ha invece così ricordata ai nostri microfoni: «Nadia – ha dichiarato – è la dimostrazione che il sorriso è l’arma migliore per difendersi da tanto odio e per combattere il cancro fino all’ultimo.
Le Iene, anche grazie a lei, hanno saputo difenderci contro quell’odio che non riuscirà mai a infettarci e a farci diventare come quelli che arrivano a mettere uno smile sul post della notizia della sua morte. Lei ci ha insegnato anche la grazia dell’amore che è superiore e più forte dell’odio».