Restrizioni nell’accesso alle toilette, molestie nei campus e sospensioni scolastiche. Queste le principali criticità per studenti transgender nei college statunitensi. Ma non solo, perché sono soprattutto a più alto rischio suicidario.
A renderlo noto lo studio Gender Minority Mental Health in the U.S.: Results of a National Survey on College Campuses, pubblicato sull’ultimo numero del prestigioso American Journal of Preventive Medicine a firma di Sarah Ketchen Lipson, Julia Raifman, Sara Abelson e Sari L. Reisner.
In esso è stato anche rilevato come le accennate situazioni discriminatorie incidano sulla salute mentale delle/degli studenti trans con una probababilità quattro volte maggiore, rispetto a coetanee e coetanei, di soffrirne almeno un disturbo.
«All’interno dei college le crisi di salute mentale – ha dichiarato la professoressa Sarah Ketchen Lipson dell’Università di Boston – riguardano soprattutto studenti transgender, che sono uno dei gruppi più vulnerabili. È urgente creare ambienti universitari che includano studenti trans».
Lo studio è stato effettuato anche sulla base dei dati di precedenti ricerche. Secondo un sondaggio condotto nel 2015 dal National Center for Transgender Equality su 28.000 persone trans, almeno una su quattro ha subito molestie al college. Di queste il 16% ha abbandonato spontaneamente il percorso universitario a causa della particolare gravità delle vessazioni subite. Ben 244 sono state invece espulse o costrette a partire.
Lo studio, redatto nel 2016 da Kristie Seelman della Georgia State University, ha invece dimostrato che hanno maggiori probabilità di tentare il suicidio le persone trans cui è vietato di accedere a bagni e alloggi conformemente alla propria identità di genere.
Negli Usa sono circa 139.000 le persone trans iscritte a college e università: un numero minuscolo ma crescente in una popolazione studentesca di 19,9 milioni di individui.
Un impatto positivo sul mutamento d’opinione è certamente costituito dai pronunciamenti delle Corti. La scorsa settimana un tribunale della Virginia ha dichiarato incostituzionale il divieto di accedere ai bagni maschili, imposto in una scuola a uno studente trans. In maggio, invece, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la politica di un distretto scolastico della Pennsylvania a favore di studenti transgender, bocciando il ricorso diu un gruppo cristiano conservatore.
Ma ciò ha una ricaduta nulla in Stati come il Tennessee dove la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e identità di genere non è illegale. Ciò ha portato anche personaggi del mondo della musica e dello spettacolo a mobilitarsi, come, ad esempio, la cantante Taylor Swift che, in aprile, ha donato 113.000 dollari al Tennessee Equality Project per abbattere una tale legislazione.