Matrimonio unicamente tra un uomo e una donna. È questa la posizione che la Cina continuerà a mantenere nella nuova Sezione specifica del Codice civile, che dovrebbe essere convertita in legge il prossimo anno.
A dichiararlo oggi in conferenza stampa Zang Tiewei, portavoce della Commissione per gli Affari legislativi dell’Assemblea nazionale del Popolo cinese, escludendo che si segua l’esempio del vicino Taiwan. Come noto, lo Yuan legislativo di Taipei ha approvato, il 17 maggio, la legge che legalizza le nozze tra persone dello stesso sesso.
Il sistema matrimoniale tra uomo e donna, ha dichiarato Zang Tiewei «si adatta alle condizioni nazionali del nostro Paese e alle tradizioni storiche e culturali. Per quanto ne so, la stragrande maggioranza dei Paesi del mondo non riconosce la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso».
Negli ultimi anni singoli componenti dell’Assemblea nazionale del Popolo cinese hanno occasionalmente proposto, ma senza successo, una modifica della legislazione in tal senso durante la riunione annuale che si tiene in marzo.
Anche se in Cina non esiste di fatto una norma che criminalizza i rapporti tra persone dello stesso sesso ed è sempre più diffusa la consapevolezza delle problematiche Lgbti, la collettività arcobaleno è stata vittima di particolari censure negli ultimi mesi, alimentando i timori di una crescente intolleranza.
Ciò ha spinto attivisti e attiviste a chiedere a connazionali di proporre in massa emendamenti al progetto di riforma del Codice civile, pur ammettendo di vedere poche possibilità di successo.
Nella Sezione matrimoniale sono previste importanti modifiche molestie sessuali, divorzio e pianificazione familiare ma nessun riferimento ai diritti delle persone Lgbti.