Si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri a Verona il presidio In piazza per la lirica. Contro la precarizzazione e l’omofobia.
A organizzarlo, nella centralissima piazza Bra, Potere al popolo Verona, Circolo Pink, Verona Pride, Arcigay Pianeta Milk, per protestare contro il processo di privatizzazione della Fondazione Arena, chiedere il ristabilimento del corpo di ballo areniano e condannare la presenza della star internazionale della danza Sergei Polunin, che in serata si è esibito con lo spettacolo Romeo&Giulietta.
Non solo dunque l’ennesimo appalto esterno a una compagnia privata nell’ambito del Festival della Bellezza. Ma, per giunta, a un ballerino, cui, il 12 gennaio scorso, l’Ópera Garnier di Parigi ha ritirato l’invito a esibirsi in febbraio ne Il lago dei cigni per le sue dichiarazioni sessiste, omofobe e grassofobe.
Polunin aveva infatti parlato di «inversione di ruoli» e di «femmine», impossessatesi «dei ruoli maschili» perché i maschi «non le scopano più», nonché incitato i colleghi a essere «lupi, leoni e capi della famiglia. Non siate effemminati… Smettetela di essere deboli. Siate guerrieri e maschi».
Motivo, che ha spinto, in maggio, la compagnia di distribuzione britannica London Theatre Direct a fermare la vendita dei i biglietti per gli spettacoli di Polunin in cartellone al Palladium di Londra dal 28 maggio al 1° giugno.
Senza parlare della sua retorica di «totale identificazione» con Putin, che l’ha portato, lui ucraino, ma sempre su posizioni filorusse, a tatuarsene il viso sul petto con tanto di scritta Vladimir e chiunque si batta per il bene.
Al presidio in piazza Bra erano presenti anche rappresentanti del Comitato nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche e del Teatro Polare di Verona.