L’intervista rilasciata ieri a La Stampa da Monica Cirinnà, rilanciata poi in sintesi attraverso un post su Facebook e una nota sul suo sito ufficiale dal titolo Sui diritti abbiamo davanti una pagina bianca: ecco dove trovare un terreno comune con M5S, ha provocato, come era da attendersi, inevitabili reazioni nella variegata galassia del conservatorismo pro-family.
A dare ieri fuoco alle polveri il gandolfiniano senatore leghista Simone Pillon che su Facebook ha scritto: «Ecco l’agenda degli orrori che la Cirinnà detta al Governo inciucio PD-5Stelle: legalizzazione delle droghe, adozioni per le coppie dello stesso sesso, eutanasia, legge contro l’omotransfobia, che tradotto significa legge liberticida contro la libertà di pensiero, per cui guai a dire mamma e papà al posto di genitore 1 e genitore 2. Cara Monica, ecco perché state incollati alla poltrona e non volete mandare al voto l’Italia. Volete distruggerla».
Poche ore dopo l’omologo di partito Lorenzo Fontana, che passerà alla storia come il ministro per gli Affari Europei dal mandato più breve dopo aver lasciato il dicastero per la Famiglia nel luglio scorso, andava all’attacco di Cirinnà nel corso di un dibattito alla Bèrghem Fest insieme con l’eurodeputato del Carroccio Marco Zanni e sotto la moderazione di Piero Senaldi, direttore di Libero.
Con riferimento ai rumors sulla nomina della senatrice dem a ministra di un eventuale dicastero per le Pari Opportunità, fortemente sostenuta con petizioni sui social da larghe parti del mondo Lgbt (col serio rischio di bruciarne però il nome), Fontana ha dichiarato: «Sarà un governo molto Pride, orgoglioso. Oggi ho visto un post della Cirinnà che in predicato per diventare ministro alle Pari Opportunità, perché la famiglia l’hanno già tolta: poi, o c’è lei o Spadafora. Troveranno dei punti in comune sulle adozioni per tutti e sulla legalizzazione delle droghe».
Oggi ad attaccare frontalmente la madrina della legge sulle unioni civili sono scesi in campo Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli e leader del Family Day, e Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia e vicepresidente del XIII° Congresso mondiale delle Famiglie.
Il neurochirurgo bresciano l’ha fatto con una lunga nota, in cui ha detto: «Dopo la mediazione di Spadafora e le ‘linee di convergenza’ sui temi etici indicate dalla Cirinnà, nasce il governo più potenzialmente pericoloso per la difesa della vita, della famiglia e della libertà educativa. La madrina delle unioni civili ha parlato di un lavoro su eutanasia, liberalizzazione delle droghe, omogenitorialità (leggasi regolamentazione utero in affitto e eterologa per tutti) e la liberticida legge sull’omofobia che mira a mettere il bavaglio a chi dice che i bambini hanno diritto ad un padre e una madre.
Un esecutivo di minoranza in termini di rappresentanza del sentire del Paese non si azzardi a toccare temi fondamentali per il tessuto sociale e antropologico dell’Italia. Politici e partiti bocciati in tutte le recenti tornate elettorali non possono decidere momenti fondamentali della vita di ogni essere umano, come l’inizio e il fine vita, né tanto meno sono autorizzati a fare esperimenti sociali sulla pelle dei giovani ai quali sono proposte facili vie per lo sballo.
Quelli che sono spacciati come diritti acquisiti in tutti i Paesi occidentali, non sono altro che derive ultra liberiste che, nelle pochissime nazioni in cui sono state applicate, hanno sfilacciato la coesione sociale e colpito i diritti dei più deboli: malati, disabili, bambini intenzionalmente concepiti orfani di uno dei due genitori e adolescenti fragili a rischio dipendenze. Società di singoli individui in cui la disperazione si combatte trasformando ogni desiderio in diritto»
Il leader del Family Day ha quindi soggiunto: «L’Italia ha bisogno di altro. L’Italia deve rilanciare la famiglia riconoscendole il valore e le prerogative che le attribuisce la costituzione, cioè come primo copro intermedio e insostituibile luogo di accoglienza, accudimento e di crescita umana. Il Family Day chiama a raccolta tutte le forze cristiane e laiche che si oppongono a questa politica di distruzione della vita e della famiglia. Oggi c’è bisogno di essere più uniti che mai superando malintesi e strategie di parte.
Coghe ha invece scelto Facebook per esprimere il suo disappunto, scrivendo: «Signore e signori ecco a voi il male minore: Svelata l’agenda degli orrori che la senatrice Cirinnà vorrebbe mettere in atto con il nuovo governo: legalizzazione delle droghe, adozioni per le coppie dello stesso sesso, eutanasia, legge contro l’omotransfobia, e quindi niente più mamma e papà e via libera a genitore 1 e genitore 2. Cui prodest?».
Infine, secondo la due volte condannata Silvana De Mari un governo giallo-rosso imprimerebbe un’ulteriore accelerata alla decostruzione antropologica, con leggi a favore dell’eutanasia, delle adozioni omosessuali e del gender.