«Rendo pubblica la nostra unione civile perché l’amore e la lotta contro l’omofobia si esercitano ogni giorno con i fatti, soprattutto se si ha il privilegio di ricoprire incarichi di responsabilità.
Abbiamo inoltre deciso di sostenere con una donazione il Refuge Lgbt della Croce Rossa di Roma, una casa per giovani vittime di violenza che ho fortemente voluto anni fa e che credo potrebbe essere destinataria di donazioni da parte di molte coppie che, come noi, hanno potuto vivere l’amore al luce del sole».
A scrivere così su Facebook il segretario generale della Croce Rossa Italiana Flavio Ronzi, che si è ieri unito civilmente con Matteo Branchetti Micucci nella suggestiva cornice seicentesca di Casala Doria Pamphilj a Fiumicino.
A raccoglierne il sì la senatrice Monica Cirinnà, che ha fra l’altro ricordato alle numerose persone convitate: «Nasce oggi una nuova famiglia». A fare corona ai festeggiati anche i vertici della Cri ed esponenti del mondo delle istituzioni.
«È importante che le persone possano vivere, amare e realizzarsi senza dover fuggire dalle proprie radici – così Flavio nella parte conclusiva del post -. Le comunità, le aziende e le famiglie accoglienti generano amore e sviluppo. Non è vero che bisogna rendersi invisibili nelle grandi città. Grazie ancora a Monica Cirinnà per aver permesso la nascita di una nuova famiglia».
Il segretario generale ha poi commentato a parte come sia cambiato in Croce Rossa Italiana l’approccio ai temi Lgbti, relativamente ai quali c’era nel passato quasi un atteggiamento tabuale.
«Credo – ha dichiarato – che tutti noi abbiamo il dovere ma anche il diritto di compiere gesti di amore e onorare con l’ufficialità di diritti conquistati da tutti la vita di chi, ancora, vive nel silenzio o nella discriminazione.
Anche in Croce Rossa, nonostante fosse un’organizzazione di oltre 150.000 persone, fino a qualche anno fa, nessuno parlava di omosessualità quasi fosse un tabù. Dopo l’ennesimo caso di suicidio, ho creato il primo network interno Lgbtq Io sono Andrea, e mi aspettavo ogni resistenza, specialmente dalle componenti militari, invece sembrò che quasi lo aspettassero tutti. Da quel giorno tanti volontari e dipendenti hanno fatto il loro “coming out” e l’associazione è stata anche accanto a chi ha intrapreso il duro percorso del cambio di genere».
Oggi, come noto, la Croce Rossa Italiana è impegnata in prima linea su tanti programmi contro le discriminazioni, il bullismo e la violenza.