La Corte Suprema delle Filippine ha oggi respinto la richiesta di legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso a seguito del ricorso di due coppie omosessuali, cui era stato negato il diritto di sposarsi.
Le parti attrici, tra cui l’avvocato Jesus Falcis, avevano domandato l’abolizione di una legge del 1987, che stabilisce la natura del contratto matrimoniale quale unione tra un uomo e una donna. Al contrario gli avvocati di Stato avevano sostenuto che, non avendo mai Jesus Falcis tentato di sposarsi, non poteva beneficiare di un’eventuale cancellazione della legge del 1987.
La Corte ha respinto la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso sulla base di «motivi tecnici». In un comunicato stampa, tuttavia, il Supremo Tribunale ha dichiarato che «la Costituzione non definisce o limita il matrimonio sulla base dell’orientamento sessuale o identità di genere», aggiungendo che la relativa richiesta di legalizzazione deve «essere sottoposta al Congresso».
Ma l’approvazione di una simile proposta di legge, stante la composizione del Parlamento, è pressocché impossibile.
Con il Vaticano le Filippine – dove l’80% degli oltre 100 milioni di abitanti è di religione cattolica – sono l’unico Paese al mondo in cui il divorzio è illegale. Anche l’aborto è proibito a causa, soprattutto, dell’influenza della Chiesa.