Tra il 2016 e il 2018 l’Home Office del Regno Unito ha rigettato almeno 3.100 richieste di asilo da parte di persone Lgbt, provenienti da Paesi in cui i rapporti tra persone dello stesso sesso sono criminalizzati. A rivelarlo un’analisi che i Lib Dems hanno condotto sui dati pubblicati dallo stesso ministero degli Interni.
Il numero più alto di persone Lgbti, cui è stata rifiutata la richiesta di protezione per motivi di orientamento sessuale e identità di genere, è relativo al Pakistan: ben 1197. A seguire quelle provenienti dal Bangladesh (640), dalla Nigeria (389), dall’Uganda (145), dal Ghana (144), dal Camerun (136), dall’Iran (124) come anche dall’Iraq, dalla Giamaica e dalla Malaysia.
Mentre in Pakistan e in Uganda i rapporti tra persone dello stesso sesso sono puniti col carcere a vita, in Nigeria la pena comminata è la reclusione dai 4 ai 14 anni (mentre nelle zone settentrionali del Paese, in cui vige la shari’a, la morte per lapidazione).
Particolarmente grave la situazione in Bangladesh, dove non solo in base alla Sezione 377 del Codice penale il «rapporto carnale contro l’ordine della natura con qualsiasi uomo, donna o animale è punito con la reclusione a vita o per un periodo che può estendersi fino a dieci anni unito a una multa» ma esponenti dell’attivismo Lgbti subiscono ogni forma di vessazione e violenza.
«Queste cifre – ha dichiarato al Guardian Christine Jardine, portavoce dei Lib Dems per gli Affari interni – sono un inquietante promemoria sull’incapacità di questo governo conservatore a difendere i diritti Lgbt+, rifiutando, all’anno, l’asilo a più di 1.000 persone che, nei loro Paesi, affrontano processi semplicemente per quello che sono.
I liberaldemocratici chiedono di meglio per le persone Lgbt+ ovunque esse vivano. Istituiremo una nuova unità dedicata alla gestione delle domande di asilo, libera da interferenze politiche e senza la cultura dell’incredulità dell’Home Office».