I cori omofobi negli stadi sono un problema sempre più crescente. Per questo il calcio francese ha incontrato ieri le associazioni per discutere il da farsi. È probabilmente la prima volta che si crea una simile occasione di confronto sull’argomento.
Numerosi arbitri stanno infatti seguendo l’esempio del collega Clément Turpin che aveva sospeso, il 28 agosto, Nizza-Marsiglia. Ne era nato un botta e risposta istituzionale tra il presidente della Federcalcio francese Noël Le Graët e la ministra dello sport Roxana Maracineanu. Il primo intimava di interrompere le sospensioni giudicandole eccessive (il che ha spinto Jérémy Faledam, co-presidente di Sos Homophobie, a chiederne le dimissioni), la seconda invece aveva sostenuto la linea delle interruzioni.
Anche Eglsf (European Gay and Lesbian Sport Federation) aveva espresso a chiare lettere il proprio disappunto nei confronti della federazione, che finiva di fatto per considerare meno gravi gli episodi di omofobia rispetto a quelli di razzismo.
Una delle notizie che giungono da oltralpe è la dichiarazione congiunta dei protagonisti, che hanno provato a smorzare i toni invitando «associazioni, club e tifosi a lottare congiuntamente contro ogni forma di discriminazioni».
Durante la giornata ha avuto luogo inoltre il confronto promosso dalla Lega Calcio francese (LFP – Ligue de Football Professionnel) in un clima definito di «buona volontà» da parte del direttore generale Didier Quillot. Presenti tra gli altri l’Associazione Nazionale Tifosi (Association Nationale des Supporters) e Sos Homophobie, la più importante associazione Lgbti nazionale.
«Siamo stati in grado di ridurre il gap esistente tra le parti», ha confermato Bertrand Lambert, presidente della PanamBoyz&Girlz, associazione di “calcio e diversità” presente all’incontro. La Lfp ha proposto che questo dialogo venga portato a livello locale tra associazioni Lgbti e tifosi.
«Nell’interpretare le parole – si legge nella nota ufficiale – ci possono essere differenze di percezione estremamente importanti. I nostri tifosi quando si esprimono in un certo modo, non necessariamente percepiscono il carattere direttamente discriminatorio che certe parole che possono avere».
Il direttore generale Quillot si è detto tuttavia d’accordo con la ministra Maracineanu sul fatto che non sia possibile distinguere tra discriminazioni razziste e omofobe e ha spiegato che ai delegati Lfp è stata già consegnata una guida per distinguere tra insulti e commenti discriminatori. I secondi possono causare l’interruzione di una partita. Questo strumento era stato utilizzato dalla commissione disciplinare Lfp il 28 agosto per emettere le prime sanzioni.
«E comunque una decisione estrema – commenta Quillot – anche perché è necessario mantenere lo stesso metro di giudizio per 118 partite».
Sulla questione è arrivata anche una voce autorevole anche da chi scende in campo, come quella di Antoine Griezmann, che si è detto favorevole alla sospensione delle partite per insulti e cori omofobi. Dopo la vittoria della sua Francia contro l’Andorra (3-0) nella sfida valida per le qualificazioni a Euro 2020 ha dichiarato: «Se interrompiamo le partite, le persone non ne saranno certo felici e smetteranno di farlo».
Griezman era già apparso lo scorso maggio in prima pagina sull’importante magazine Lgbt Têtu con il titolo L’homophobie dans le football, ça suffit!.
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