10 edizioni, 30 istituzioni scolastiche impegnate, 12.357 studenti interessati, 11 psicologhe impegnate, 5.317 ore di volontariato erogate. Questo in cifre il progetto contro il bullismo omotransfobico A scuola per conoscerci, che quest’anno, per la prima volta, non godrà del patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia e del contributo di 15.000 euro.
A darne ieri notizia, nel corso di una conferenza stampa a Trieste presso il Caffè San Marco, Antonella Nicosia, portavoce del comitato Fvg Pride e responsabile Politiche Trans per Arcigay nazionale, Paolo Gris, consigliere di Arcigay Friuli, Fabiola Gardin vice-presidente di Alfi Lune, Margherita Bottino e Davide Zotti, rispettivamente responsabile scientifica e responsabile educativo del progetto, che hanno lanciato una raccolta fondi per garantire l’11° edizione di A scuola per conoscerci.
Contattato da Gaynews, Nacho Quintana Vergara, presidente di Arcigay Friuli, ha così commentato la decisione della Giunta Fedriga: «È stata la prima mossa dell’amministrazione Fedriga in Friuli Venezia Giulia: finire con i finanziamenti al progetto di contrasto al bullismo omobitransfobico nelle scuole regionali in un tentativo di invisibilizzare questa forma specifica di discriminazione, negandola in maniera di poter legittimare le politiche omofobiche che stanno segnando il suo mandato.
Questo però non ci ferma nel nostro impegno. Il bullismo omobitransfobico è un problema molto grave e purtroppo diffuso che segna la vita delle persone Lgbt per sempre e noi siamo determinati a continuare a contrastarlo come abbiamo fatto negli ultimi dieci anni».
Sulla mancata concessione di patrocinio ed erogazione fondi è oggi intervenuto il segretario regionale del Pd Cristiano Shaurli, che ha dichiarato: «La Giunta Fedriga ha preso una decisione molto grave, che chiude gli occhi e si ritira davanti ad atti di violenza e intolleranza purtroppo sempre più presenti nella nostra società. Non prendere posizione significa giustificare e fare un netto passo indietro nell’affermazione dei diritti individuali. Forse per la destra le persone omosessuali e transgender sono meno ‘italiane’ degli altri e quindi non meritano uguali tutele».
Per Shaurli si tratta di «passo indietro rispetto non solo alla giunta di centrosinistra ma anche a quella precedente di centrodestra, a riprova del fatto che l’ideologia della nuova destra leghista è sempre più estrema e discriminante.
L’adesione di Fedriga al ‘Congresso della famiglia’ di Verona, l’uscita della Regione dalla rete Ready anti-discriminazioni, e ora questo, sono segni precisi. Fedriga non pensa a quante persone vivono in condizione di paura, devono nascondere il loro orientamento o subiscono vessazioni e aggressioni. Non pensa nemmeno alle loro famiglie, che spesso soffrono con loro. Il Friuli Venezia Giulia merita ben altro di un presidente estremista che pensa solo al proprio partito e non a rappresentare tutti i suoi cittadini».