Neanche il tempo di presentare in conferenza stampa, il 26 settembre, a Palazzo Giustiniani il ddl contro l’omotransfobia che sui social sono partiti gli attacchi contro la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino, prima firmataria di quel testo insieme con altri 35 senatori del M5s.
Attacchi concretatisi, il 27 sera, nella diffusione di screenshot di cinque post, risalenti al 19 dicembre 2008, in cui l’allora laureata fiumicinese in lettere classiche si sarebbe lasciata andare a bestemmie e insulti di ogni tipo. Da qui le accuse di blasfemia ad Alessandra Maiorino e la richiesta di dimissioni da vicepresidente del gruppo M5s al Senato.
Ma si tratterebbe, secondo la senatrice Maioriono che ha sporto oggi denuncia contro ignoti, di «post fake costruiti ad arte per denigrarmi dopo la conferenza stampa di presentazione del 26 settembre. Non ho mai usato un tale linguaggio. Immaginarsi se potevo farlo addirittura sui social e, per giunta, a raffica lo stesso giorno».
Di «macchina del fango messa in moto ad arte con un tempismo perfetto da cattoreazionari antibergogliani e neofascisti» ha parlato Franco Grillini, direttore di Gaynews e leader storico del movimento, per il quale in Italia «pullulano le destre peggiori, che vorrebbero le persone Lgbti private di ogni diritto e dignità. Vorrei rimarcare la differenza con quei Paesi, dove le norme di contrasto all’omotransfobia o il matrimonio egualitario sono stati approvati proprio da governi di destra.
Non posso che esprimere piena solidarietà alla senatrice Maiorino, impegnata in una battaglia di civiltà, e perciò, vittima di attacchi così vili».
Nel pomeriggio Alessandra Maiorino è tornata sulla questione con un post su Facebook in cui ha scritto: «Questa mattina mi sono recata presso la polizia postale per presentare regolare denuncia in merito ai post Facebook che mi vengono attribuiti. Disconosco completamente tali post, che sono diffamatori e gravemente lesivi della mia immagine. Confido nel lavoro e nella professionalità degli inquirenti.
Certo, fa riflettere il fatto che questa campagna diffamatoria abbia avuto inizio proprio all’indomani della presentazione alla stampa del mio disegno di legge contro l’omotransfobia. Ma non mi faccio intimidire. Il rispetto dell’altro è un punto essenziale di ogni mia azione politica e continuerò a portare avanti le mie battaglie per i diritti di tutti».