Elaborato nei giorni scorsi dalle Nazioni Unite e dal governo del Ghana, il Comprehensive Sexuality Education (Cse), le linee guide sull’educazione sessuale per giovani tra i 6 e i 24 anni, è stato violentemente attaccato da gruppi religiosi che hanno dichiarato come sia in atto un tentativo satanico di promuovere i valori Lgbti.
«Lo chiamo impegno satanico globale», ha dichiarato Paul Yaw Frimpong-Manso, presidente del Consiglio pentecostale e carismatico del Ghana, alla stazione radio locale Joy FM.
Il documento, finanziato dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), è stato inoltre indicato da esponenti del mondo cattolico e riformato, della società civile e di associazioni di genitori come un mezzo d’«indottrinamento dell’ideologia gender».
E su tutto sembra profilarsi l’ombra del World Congress of Families, la cui conferenza regionale per l’Africa si terrà ad Accra, capitale del Ghana, dal 31 ottobre al 1° novembre. Tra i relatori, fra gli altri, Brian Brown, presidente dell’International Organization of Families – Iof, e Theresa Okafor, attivista nigeriana tra le proponenti della legge del 2014 che criminalizza le relazioni tra persone dello stesso sesso, lo scambio di effusioni in pubblico e persino la frequentazione di locali e associazioni Lgbt.
I funzionari delle Nazioni Unite hanno ribattuto che il programma di educazione sessuale non ha contenuto esplicito Lgbti. Tema caldo, questo, in un Paese, dove le relazioni tra persone dello stesso sesso sono reato.
«Pensano che sia tutto basato sull’influenza straniera. Questo è il problema – ha detto Niyi Ojuolape, rappresentante dell’Unpfa in Ghana –. Il curriculum non include esplicitamente le questioni Lgbt. Ma ovviamente le questioni Lgbt ricadono nella sfera dei diritti umani. Quindi parliamo dei diritti dell’individuo per determinare cosa vogliono fare».
Ieri il ministro dell’istruzione del Ghana ha tenuto una conferenza stampa, sollecitando i critici a verificare i fatti e assicurando loro che le linee guida non comprometterebbero affatto i valori nazionali.
Leticia Appiah, direttrice del National People Counseil, organismo di raccordo tra Governo e società civile, è intervenuta in difesa del Cse, ricordando l’alto tasso di gravidanze precoci nel Paese:«Il documento fornisce le informazioni e le conoscenze necessarie per creare maggiore consapevolezza su questi temi. Chi sa è più protetto».
Sulla base degli ultimi dati disponibili, infatti, il 30% di tutti i bambini che nascono in Ghana sono figli di ragazze adolescenti.
In ogni caso il governo ha deciso, al momento, di ritardare l’approvazione ufficiale delle linee guida e la diffusione in scuole e università.