Secondo due ultimi sondaggi Prawo i Sprawiedliwość (Pis), al governo in Polonia dal 2015, è ampiamente favorito alle elezioni parlamentari, che si terranno il 13 ottobre.
Sulla base dell’indagine, condotta tra il 1° e il 5 ottobre su 1005 persone dal Kantar Institute per conto di diversi media vicini all’opposizione, incluso il quotidiano Gazeta Wyborcza, il partito conservatore nazionalista di Jarosław Aleksander Kaczyński dovrebbe vincere col 42% dei voti.
I centristi di Platforma Obywatelska (PO) si attesterebbero al 29% mentre la coalizione di sinitra Lewica (composta dai socialdemocratici di Sld, di Razem e di Wiosna, il cui leader è l’europarlamentare dichiaratamente gay Robert Biedrón) si fermerebbero al 13%.
Due partiti, rispettivamente di destra e centro destra, cioè gli euroscettici di Koalicja Odnowy Rzeczypospolitej Wolność i Nadzieja (KORWiN), coalizzati in Konfederacja, e i ruralisti democratico-cristiani di Polskie Stronnictwo Ludowe (Psl), si avvicinerebbero alla soglia minima di sbarramento per le coalizioni (8%). Il che comporterebbe un elemento di incertezza, perché se riuscissero a entrare in parlamento, il PiS non avrebbe più la maggioranza assoluta.
Pertanto, il voto del 6% degli elettori indecisi potrebbe avere un impatto significativo sul risultato finale.
Un altro sondaggio, condotto dal gruppo Polska Press e da Dobra Opinia tra il 30 settembre e il 4 ottobre, prevede una più chiara vittoria del PiS con il 48,3% delle preferenze, mentre il Po e la coalizione di sinistra, rispettivamente, al 27,7% e al 12,4%.
Secondo le risposte delle 8000 persone intervistate, il partito ruralista raggiungerebbe il 6,5% dei voti, mentre Konfederacja al 4,2%.
Come noto, il PiS può contare sul forte sostegno dell’episcopato polacco, col quale ha condiviso in questi mesi i forti attacchi alle persone Lgbti e ai Pride. In più il partito di Kaczyński si è elevato a difensore dei valori cattolici tradizionali e ha potuto giocare, in campagna elettorale, sull’elemento della forte crescita dell’economia polacca
I critici dell’opposizione, accusando il PiS di tendenze autoritarie e sfruttando casi compromettenti per alcuni membri del governo, non sembrano però averne intaccato il credito davanti all’opinione pubblica.