Il senatore leghista Simone Pillon all’attacco della ministra Elena Bonetti per la sua apertura in materia di adozioni da parte delle coppie di persone dello stesso sesso.
«Trovo pericoloso e sorprendente – così il vicepresidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza – che il ministro Bonetti faccia aperture verso le adozioni gay. Pericoloso perchè si è visto molto bene a Bibbiano cosa accade ai bambini quando perdono il diritto a crescere con mamma e papà.
Sorprendente perchè le adozioni gay sono apertamente contrarie alla naturalità delle relazioni, all’ecologia umana e al magistero della Chiesa, più volte ribadito ai massimi livelli. Non si dimentichi che dietro alle adozioni omogenitoriali si nasconde spesso la brutale pratica dell’utero in affitto o il traffico di gameti umani. Ognuno nella sua vita privata è libero di fare ciò che vuole e si assume la responsabilità delle sue scelte, ma giù le mani dai bambini».
Ma il braccio destro di Massimo Gandolfini, che, pur essendo parlamentare della Repubblica Italiana, si appella al magistero della Chiesa, è lo stesso che, il 22 ottobre, aveva plaudito su Facebook – con un post poi rimosso dallo staff del social network – agli «eroi» trafugatori delle statuine della Pachamama dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina, per gettarle nel Tevere.
«Darei loro il titolo di dottori della Chiesa. Vedere l’idolo pagano – così Pillon – affondare nelle bionde acque del fiume italico mi ha dato grande pace e soddisfazione, e gli scandalizzati articoli di suffragio pubblicati dalla solita stampa catto-pagana-progressista mi hanno messo di ottimo umore.
Bravi ragazzi. Anzi bravissimi. Se venite a trovarmi al Senato avete cena pagata. Il miglior modo di celebrare la festa di san Giovanni Paolo II».
Visione che collide clamorosamente con quella di Papa Francesco, che, intervenendo nel pomeriggio di ieri ai i lavori della XV° Congregazione Generale del Sinodo per l’Amazzonia, ha ribadito che le immagini «erano lì senza intenzioni idolatriche». Ha quindi aggiunto: «Prima di tutto questo è successo a Roma e come vescovo della diocesi io chiedo perdono alle persone che sono state offese da questo gesto. Poi comunico che le statue, che hanno creato tanto clamore mediatico, sono state ritrovate nel Tevere. Le statue non sono danneggiate».
Circa «l’esposizione delle statue durante la Santa Messa di chiusura del Sinodo – ha concluso il pontefice – si vedrà. Io delego il Segretario di Stato che risponda a questo».