Da dieci anni Antonia Monopoli è responsabile dello Sportello Trans di Ala Milano. Recentemente ha deciso di raccontarsi nel libro autobiografico La forza di Antonia, storia di una persona transgender, che, scritto in collaborazione con Gerardo Maiello, è stata autopubblicata il 17 ottobre.
Antonia, come e quando hai maturato l’idea di scrivere un libro sulla tua vita?
Da molti anni, nutrivo il desiderio di condividere la mia storia attraverso un libro. Avevo già raccontato la mia esperienza attraverso due videodocumentari, Crisalidi e Antonia, ma ero convinta che andasse fatto anche un qualcosa di scritto.
Non riuscivo a trovare l’occasione di iniziare questo lavoro fino a quando, cinque anni fa, conobbi Gerardo Maiello, mio co-autore, che mi propose di lavorare insieme al progetto di un libro, che raccontasse tutta la mia vita. Lo scopo era quello di fornire al mondo Tlgb, e non solo, uno strumento che aiutasse le persone a trovare la speranza, il coraggio, la forza per cambiare la propria vita. Lui mi ha prestato il suo modo di raccontare le cose e io ho dato il mio modo di vederle.
Qual è stato il momento più difficile della tua vita e quale il momento più felice?
Uno dei momenti di difficoltà maggiore è stato quando ho rischiato di essere uccisa. Era l’epoca nella quale mi prostituivo in strada. Degli uomini che mi caricarono in macchina con la scusa di una prestazione sessuale, mi puntarono una pistola contro pretendendo tutti i miei soldi. Nonostante le mie suppliche, l’auto non fermava la sua corsa. Afferrai allora dei soldi dalla borsa, glieli scagliai in faccia, aprii lo sportello e mi lanciai. Fu un atto di coraggio? La vita in strada ne richiede tanto. Dopo scoprii che gli diedi solo 17.000 lire. Da allora 17 divenne il mio numero fortunato.
Uno dei momenti più felici invece è stato quando ho ricevuto la notifica della sentenza del tribunale che autorizzava la rettifica del mio nome all’anagrafe. Da Antonio diventò Antonia. Sul mio documento d’identità, i moduli delle tasse, la scheda elettorale, avrei finalmente letto Antonia. Una vittoria per me, dopo un percorso lungo e sofferto.
Nei mesi scorsi abbiamo parlato delle difficoltà di Ala Onlus Milano di tenere aperto lo Sportello Trans. C’è stata una grande mobilitazione e anche una raccolta fondi. Quale bilancio puoi trarre?
Lo Sportello Trans è nato nel 2009 dall’incontro tra la sottoscritta e i professionisti di Ala Milano ed è stato avviato verso marzo/aprile dello stesso anno, come attività di volontariato, con disponibilità di 3 ore il mercoledì mattina. Ricordo, il primo anno, ho accolto una cinquantina di persone tra cui una trans Algerina residente in Francia che a distanza mi chiedeva aiuto per il rinnovo del suo asilo politico.
Nel 2014, dietro richiesta dell’utenza, iniziai ad organizzare dei gruppi di auto mutuo aiuto, dove inizialmente la partecipazione era minima 3/5 persone, mentre nell’ultimo anno è capitato di ritrovarci in 36, persone trans e le loro famiglie Il 22 giugno 2019 abbiamo festeggiato il decennale del servizio. Nella stessa occasione abbiamo lanciato la raccolta fondi online con la speranza di una riapertura del servizio.
Nel frattempo ci sono state molte condivisioni della raccolta su Facebook, da parte di molte realtà, tra le quali il Festival MIX di Milano, Coordinamento Arcobaleno di Milano e provincia, Studio Medico AlmaMed e tanti altri/e, molti/e attivisti/e tra cui tu, Cristina insieme con Gaynews, Giovanni Guercio, il “nostro sindaco” Gianmarco Negri, che collabora con me come avvocato, ma anche come volontario all’interno dei gruppi di auto mutuo aiuto, e tante altre persone come Massimo D’Aquino, Andrea Gramilano. Sandra Torres ha organizzato tre eventi in sostegno allo Sportello Trans. Arcigay Pavia Coming-Aut ha organizzato una serata in sostegno dello Sportello Trans.
Quello che purtroppo ad oggi è mancato è il sostegno reale delle istituzioni. E il rischio di non riuscire a riaprire lo Sportello è sempre più grande.