Anconetana ma bolognese di adozione (vive nella città delle due Torri da 36 anni), Carla Catena è una delle figure di punta dell’attivismo lesbico-femminista italiano. Studi di letteratura, lingue e teatro alle spalle, è tra le fondatrici, nel 1990, del gruppo universitario bolognese di studentesse lesbiche Le Signore della porta accanto.
Ed è proprio nell’ultimo decennio del secolo scorso che si fa conoscere a livello nazionale contribuendo, prima, alla realizzazione dello spezzone lesbico del Pride romano del ’94 con lo striscione Le lesbiche non tornano indietro, quindi impegnandosi in ArciLesbica Bologna, di cui è vicepresidente negli ultimi mesi del 2015 e presidente dall’inizio del 2016 al 24 ottobre del 2019.
Il 23 marzo 2018 rende il circolo autonomo che, disaffiliato dall’associazione nazionale, prende il nome di Lesbiche Bologna. In questa nuova fase è tra le ideatrici e promotrici di Lesbicx, progetto politico e culturale che vuole rimettere al centro una soggettività lesbica inclusiva delle donne disabili, trans, migranti nonché delle persone non binarie riconoscentesi nel lesbismo. Progetto, questo, cui decide di dedicarsi anima a corpo al punto tale da rassegnare le dimissioni da presidente di Lesbiche Bologna il 24 ottobre.
Per saperne di più, l’abbiamo raggiunta telefonicamente.
Carla, come è maturata la decisione di rassegnare le dimissioni da presidente?
Beh, come detto nel mio discorso di commiato, sono giunta alla convinzione che il mio ruolo di presidente e di componente del consiglio direttivo nell’associazione fosse concluso. Ecco perché ho ritenuto doveroso fare un passaggio di testimone. Io e le mie compagne di avventura del direttivo abbiamo tenuto duro, ci siamo tanto sostenute e date forza. Ma senza il sostegno delle socie e senza il loro mandato non saremmo riuscite ad avere così tanta determinazione e a fare tutto quello che abbiamo fatto.
Già dallo scorso autunno, in consiglio direttivo, molto abbiamo discusso e ci siamo confrontate su come lavorare al coinvolgimento delle socie per la creazione di un nuovo gruppo dirigente, di un nuovo direttivo. Non è stato semplice, siamo state anche coinvolte dalle tante idee in circolo e dai tanti progetti, già partiti o in fieri, in poche parole eravamo anche impegnate a costruire finalmente un’altra associazione. Abbiamo pensato molto e riflettuto, e, devo dire che in alcuni casi ci siamo anche confrontate duramente. Il che vuol dire che a tutte interessa davvero la vita della nostra associazione, tutte siamo appassionate.
In questo lungo periodo ho vissuto sempre carica di preoccupazione e ansia per la responsabilità del mio ruolo, per la capacità mia e del consiglio direttivo, di riuscire a fare bene questo percorso. Sono stata male e ho sofferto per questo. Io credo nelle scelte, sofferte, raggiunte dopo tanto tempo, a volte, ma credo nelle scelte libere, anche dopo confronti estenuanti o dopo discussioni infinite. Era giunto dunque il momento di chiudere questo ciclo. Ma un altro si è già aperto per me: quello di un impegno totale al consolidamento di Lesbicx.
Facciamo un passo indietro. Che cosa ha mosso l’azione di Lesbiche Bologna dopo la disaffiliazione del circolo da ArciLesbica nazionale?
Lesbiche Bologna ha lavorato intensamente sul territorio bolognese, spesso uscendo dai confini geografici cittadini, per costruire progettualità e relazioni politiche con altre associazioni, gruppi, soggettività. Quello che ha mosso l’associazione è stato partire dalla grande potenzialità dell’associazione di donne cis e trans, lesbiche e bisessuali più grande d’Italia, per ri-costruire una rete tra soggettività lesbiche, per costruire una soggettività lesbica aperta, plurale e inclusiva.
E in questo ambito nasce Lesbicx…
Certo. Per la nostra storia e il nostro patrimonio politico e culturale, per la forza della storia della comunità lesbica e la comunità Lgbt+ tutta a Bologna, solo qui poteva nascere e svolgersi Lesbicx. Ci sembrava davvero un obbiettivo logico da raggiungere, ed era un nostro grande desiderio, dopo aver “liberato l’associazione”, quello di provare a costruire una rete, uno spazio politico aperto e accessabile che potesse dare vita ad una soggettività lesbica potente e aperta allo stasso tempo, Lesbicx, appunto! La nostra identità si costruiva passando attraverso la storia e la memoria e arrivando ad un presente vivace, dove riprendere la parola.
“Noi che non siamo le stesse. Noi che siamo molte e non vogliamo essere le stesse”, scriveva Liana Borghi nel 1990. Lesbicx nasce da questa necessità, straordinariamente attuale, di riconoscere e rappresentare tutte le variegate sfumature del lesbismo. Non vogliamo (più) essere identiche, bensì essere molteplici insieme.
Tu hai spesso parlato di tappe preparatorie alla realizzazione di tale rete. Puoi indicarle?
Sono due le tappe da ricordare. In primo luogo, l’incontro svoltosi a Roma, il 24 febbraio 2018, presenti ospiti, tra le altre, Paola Guazzo, Roberta Padovano, Marilena Grassadonia, Cristina Gramolini. Incontro che, moderato da Elisa Manici e fortemente voluto da Rossana Praitano, storica presidente del Circolo Mario Mieli, è avvenuto un mese prima dalla disaffiliazione da ArciLesbica Nazionale del nostro circolo, il più grande d’Italia.
La seconda tappa è stato l’articolo-appello di Paola Guazzo, comparso sul Manifesto il 18 maggio 2018, che terminava con tante firme. Molte delle quali sarebbero state protagoniste del primo Lesbicx a Bologna. Sono stati tre giorni intensi, di grande partecipazione, passione, amore per la politica, per il confronto, il dialogo, la voglia di riconoscersi e ritrovarsi tra lesbiche, finalmente. La voglia di essere tante, tantx! Di essere aperte e forti, di vivere il presente fino in fondo coi nostri corpi, le nostre vite, i nostri pensieri, i nostri archivi. La nostra voglia di cambiare il mondo. Un successo. Inutile dire che a Bologna siamo molto orgogliose di questo risultato. Da qui il desiderio di continuare, scoprire che da tutta Italia c’è voglia e bisogno di costruire una nuova rete, una rete, appunto, lesbicx.
Nella costruzione di questa nuova rete quanto ha pesato e sta pesando la disaffiliazione di altri circoli da ArciLesbica?
Indubbiamente non poco. Oramai è sempre più progressivo lo sgretolamento di ArciLesbica nazionale, segnato ultimamente dall’uscita anche del circolo di Roma, che è divenuto Differenza Lesbica. Senza dimenticare il ruolo di primo piano di Alfi – Associazione lesbica femminista, nata il 30 aprile 2018.
Ma adesso voglio e vogliamo pensare solo al futuro. Ed ecco così il prossimo appuntamento di Lesbicx a Torino dal 6 all’8 dicembre, in cui proveremo a esaminare le gabbie di genere, classe, corpo normato ed eterosessualità obbligatoria per capire come liberarsene definitivamente. Proviamo ad abbattere gli steccati, a lavorare insieme, ad allontanarci dall’odio e dalla violenza, a costruire qualcosa. Il tutto nella consapevolezza che ci sono anche soggettività LesbicX, dove la X si mette a disposizione di percorsi meticci che assumono la complessità, la ricercano, si pongono collettivamente l’urgenza dell’agire. Un’ultima cosa però vorrei dire…
Quale?
Un augurio di buon cammino al nuovo Consiglio direttivo di Lesbiche Bologna, eletto ieri. In particolare, alla presidente Maria Laricchia e alla vice Anita Lombardi.