Nel South Dakota è stato ieri giustiziato il 63enne Charles Rhines nonostante ritenesse che giurati fossero stati condizionati da pregiudizi sulla sua omosessualità. L’uomo è stato sottoposto a iniezione letale nel penitenziario di Sioux Falls subito dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva respinto tre ricorsi urgenti dei legali per sospendere l’esecuzione e riesaminare il caso.
Rhines era stato condannato a morte, una prima volta, nel 1993 per aver ucciso, l’8 marzo 1992, il 22enne Donnivan Schaffer durante una rapina con scasso al Dig ‘Em Donuts di Rapid City.
«È molto triste e profondamente ingiusto – così l’avvocaro Shawn Nolan – che lo Stato del South Dakota abbia giustiziato Charles Rhines, omosessuale, senza un esame da parte del tribunale delle prove del pregiudizio omofobo che ha pesato sulla decisione di condannarlo a morte».
Secondo il legale uno dei componenti della giuria si sarebbe rifiutato di condannare Charles Rhines all’ergastolo per il fatto che sarebbe stato come «mandarlo dove sogna di essere» con «uomini in prigione». Un altro giurato avrebbe detto di aver provato «enorme disgusto durante la discussione sulla sua omosessualità».
L’influente organizzazione per i diritti civili Aclu aveva sostenuto Charles Rhines nel tentativo di riesaminare il caso. Inoltre tra le 13 richieste, avanzate dagli ispettori Onu su presunte violazioni di diritti umani negli Usa il 7 dicembre 2018, figurava anche il fascicolo del 63enne.
«Le persone devono essere punite per ciò che non fanno quello che sono», ha dichiarato l’avvocara Ria Tabacco Mar, citando il presidente della Corte Suprema.
Durante il procedimento il procuratore generale del South Dakota aveva risposto che la decisione della giuria di condannare a morte Charles Rhines era stata presa dopo aver ascoltato una registrazione del 63enne e non in ragione del suo orientamento sessuale. Secondo i giurati l’uomo «rise» durante la confessione e paragonò gli spasmi della vittima a quelli di «un pollo decapitato».
Charles Rhines è la 18° persona condannata a morte a essere stato giustiziata dall’inizio dell’anno negli Stati Uniti.