Presentato ieri, presso la Sala monumentale del Consiglio dei ministri, il progetto End Sogi Discrimination, finanziato con il Programma Rec della Commissione europea e promosso dal Consiglio d’Europa, dall’associazione Cild (Coalizione Italiana per le Libertà Civili), dall’associazione Accept (Romania), dall’Ufficio Pari Opportunità del Governo lituano.
L’iniziativa si è aperta con i saluti del direttore dell’Unar, Triantafillos Loukarelis, e del vice presidente di Cild Flavio Romani, che hanno illustrato i recenti progressi del nostro Paese nel campo dei diritti civili sul piano legislativo e le varie sfide ancora in essere.
Successivamente è intervenuta Eleni Tsetsekou, a capo della Sogi Uniti del Consiglio d’ Europa (Sexual Orientation and Gender Identity), che ha illustrato le ragioni principali del progetto e la scelta dei Paesi coinvolti.
Presenti in sala le principali associazioni Lgbti romane e nazionali e altre realtà della società civile.
Secondo il report ILGA Europe, ampiamente menzionato nell’evento, i tre Paesi coinvolti sono nella parte bassa del ranking che misura il modo in cui un Paese garantisce l’uguaglianza dei deritti: rispettivamente, la Lituania è di poco sopra l’Italia con il 23,53%, contro il 21,% del nostro Paese e il 21,32 della Romania.
Tra Paesi selezionati, infine, l’Italia è l’unico a non avere una legge contro l’omotransfobia, anche solo sulla carta, in compagnia di Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ucraina e Bielorussia.
Obiettivi principali dell’iniziativa saranno l’avvicinamento delle legislazioni dei Paesi coinvolti alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa e la costruzione di contro-narrative al discorso d’odio.
Tra gli interventi principali vanno citati quello di Luna Laura Liboni, nello staff di Cild per la parte italiana del progetto, insieme alla relazione di Agnese Canevari (Unar) e di Joao Pereira, advisor presso la Sogi Unit del Coe.