Ufficializzato il 12 novembre in conferenza stampa a Palazzo San Giacomo il rimpasto di Giunta, voluto dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
Fuori dalla squadra gli assessori alla Cultura Nino Daniele, al Welfare Roberta Gaeta, ai Diritti di cittadinanza Laura Marmorale, alle Infrastrutture Mario Calabrese, al cui posto subentrano Eleonora De Majo (con deleghe alla Cultura e al Turismo), Luigi Felaco (Verde e Beni confiscati), Rosaria Galiero (Commercio e Attività produttive) e l’ex consigliera comunale M5s Francesca Menna (Pari opportunità, Salute e Contrasto alla violenza di genere).
Enrico Panini è stato confermato vicesindaco con deleghe a Bilancio e Trasporto Pubblico. Nominato Ciro Borriello assessore allo Sport, mentre Monica Buonanno ha conservato la delega al Lavoro ricevendo anche quelle alle Politiche sociali e Welfare. Alessandra Clemente assessora ai Giovani, al Patrimonio, alle Infrastrutture. Raffaele del Giudice ha conservato la delega all’Ambiente e quella ai Rifiuti. Infine, Annamaria Palmieri resta assessora all’Istruzione e Carmine Piscopo a Urbanistica e Beni comuni.
Presentando la nuova Giunta, De Magistris ha spiegato di aver «scelto le persone per guardare oltre e migliorare la giunta affinché tra un anno si vincano le elezioni. La scelta che ho fatto va a consolidare e a rafforzare quello che ho fatto. Abbiamo fatto una scelta coraggiosa, facendo entrare un componente come Francesca Menna che era all’opposizione ma è bello confrontarsi sulle battaglie e sulle idee. Ma non sto facendo l’alleanza ai 5Stelle scegliendo Francesca Menna. Quella di oggi è una scelta di persone e non di partito. Ho scelto le persone».
Ma è proprio la nomina di Francesca Menna ad aver sollevato un autentico polverone, anche perché una delle deleghe affidatele, quella alle Pari Opportunità, era detenuta da una consigliera comunale di prestigio e competenza come la professoressa Simona Marino, che si è fatta apprezzare anche per la particolare attenzione alle persone transgender.
Durissima la sua reazione. «Basta sentire la conferenza di ieri – ha commentato – per capire che uno dei criteri di privilegio di alcune persone è stata la loro capacità di portare voti. Questo, in una logica che non è la mia, ma capisco sia un costume di questo tempo, ha funzionato».
Ha quindi aggiunto: «Non sapevo che la cosa potesse riguardarmi, finché la nuova assessora Francesca Menna non mi ha telefonato la sera prima della conferenza per dirmi che voleva collaborare avendo avuto le mie deleghe. Io sono caduta dalle nuvole.
Il sindaco, resosi conto di aver fatto una scorrettezza, mi ha chiamato e stamane ci siamo incontrati: mi ha chiesto di continuare a collaborare e di assegnarmi una delega, ma per me si tratta di un intervento tardivo e ho rifiutato. Lui non ha avuto il tempo, l’accortezza, l’intelligenza politica di capire che bastava lasciarmi una delega per consentirmi di lavorare in collaborazione con Menna».
L’accademica ha espresso la sensazione «che le Pari opportunità per il sindaco non abbiano mai avuto un grosso peso, checché ne abbia detto lui». Si è quindi augurata che «la nuova assessora abbia le competenze adeguate: il tempo è poco perché lei possa fare un lavoro che abbia un minimo di senso. Mare, animali, salute, donne, Lgbt e centri antiviolenza sono tutti in uno stesso pacchetto. A me basta questo».