Sconcerto e preoccupazione nella comunità Lgbti haitiana per la morte improvvisa di Charlot Jeudy, le cui circostanze, come anche rimarcato in una nota della locale ambasciata di Francia, restano «ancora non chiarite».
Il corpo dell’attivista 46enne, presidente di Kouraj (l’unica associazione Lgbti nel Paese caraibico), è stato ritrovato il 25 novembre nella sua casa di Port-au-Prince.
Nel porgere le proprie condoglianze ai familiari, la stessa ambasciata ha dichiarato di piangere «la perdita di questo coraggioso difensore dei diritti della persona e, in particolare, di quelle Lgbti. Invita le autorità a fare piena luce, il più rapidamente possibile, sulle circostanze di un tale decesso».
Nell’esprimere il proprio cordoglio per la scomparsa dell’attivista, Aurelien Beaucamp, presidente di Aides (la principale associazione francese nella lotta all’Hiv/Aids), ha twittato: «Difendere il diritto delle comunità più stigmatizzate significa anche rischiare la vita per le proprie convinzioni contro l’omofobia e la discriminazione. Charlot è una delle personalità coraggiose, che hanno segnato in modo duraturo l’influsso e il riconoscimento Lgbti ad Haiti».
Défendre le droit des communautés les plus stigmatisées, c’est aussi risquer sa vie pour ses convictions contre l’homophobie et les discriminations. Charlot fait partie de ses personnalités courageuses qui ont changé durablement l’impact et la reconnaissance LGBTI en Haïti.
— Aurelien Beaucamp (@aurebeaucamp) November 26, 2019
Negli ultimi tempi, come testimoniato da persone amiche, Charlot aveva ricevuto varie telefonate minatorie. Ma già nel 2016 era stato ripetutamente minacciato di violenze e morte per aver organizzato un festival sulla comunità Lgbt afro-caraibica, che aveva poi dovuto annullare.
Benché ad Haiti i rapporti omosessuali non siano reato, la discriminazione sociale e lo stigma verso le persone Lgbti restano molto radicati nel Paese. Un rapporto sui diritti umani, curato nel 2018 dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha messo in luce come «gli atteggiamenti dei cittadini restino ostili» verso le persone Lgbti, soprattutto nella capitale Port-au-Prince.
Come noto, Haiti è la nazione più povera delle Americhe con vaste aree completamente prive di elettricità, servizi igienico-sanitari di base e assistenza sanitaria.
Da oltre due mesi, inoltre, il Paese è sconvolto da incessanti proteste popolari, che chiedono le dimissioni del presidente Jovenel Moïse. Manca del tutto il carburante e nelle zone periferiche scarseggiano i generi alimentari mentre lo stato di insicurezza è altissimo col rischio sempre più imminente di una guerra civile. Il tutto nella completa indifferenza del mondo intero.