In Zambia, un Paese dove il cristianesimo è religione di Stato ed è maggioritaria nelle sue diverse confessioni (vi è nato, fra l’altro, l’ex arcivescovo cattolico esorcista Emmanuel Milingo), una coppia di uomini gay è stata condannata, la scorsa settimana, a 15 anni di carcere per «atti contro natura».
La sentenza di primo grado nei riguardi di Steven Samba e Japhet Chataba è stata confermata la settimana scorsa da un’alta Corte di giustizia di Lusaka, che ha riconosciuto la validità della denuncia di Kapiri Mposhi. L’uomo, impiegato d’hotel, aveva dichiarato d’aver assistito da una finestra al rapporto sessuale consumato da Steven e Japhet.
Durissima la reazione dell’ambasciatore statunitense Daniel Foote, che, denunciando l’applicazione di due pesi e due misure da parte dell’amministrazione giudiziaria della Repubblica dello Zambia, ha dichiarato: «Personalmente sono inorridito. Non c’è stata alcuna violenza: i due uomini hanno avuto un rapporto consensuale».
Ricordando come il Paese dell’Africa meridionale riceva annualmente centinaia di milioni di dollari per aiuti finanziari dagli Usa, il diplomatico ha poi rilevato come «ai funzionari governativi sia invece concesso di rubare milioni di dollari di fondi pubblici senza essere mai processati. Quando i politici picchiano i cittadini perché osano esprimere solamente la propria opinione, nessuno dice nulla».
Dichiarazioni che hanno suscitato l’ira del ministro zambiano degli Esteri Joseph Malanji, che ribadendo come in Zambia i rapporti tra persone dello stesso sesso siano illegali, «motivo per cui la Corte non ha fatto altro che applicare la legge vigente», ha replicato: «Un rappresentante di un governo straniero che rimette in discussione una decisione di giustizia equivale a mettere in discussione la nostra stessa Costituzione».
Sulla questione è intervenuto ieri, in un’intervista a Sky News, anche lo stesso presidente Edgar Lungu che, difendendo la legittimità della normativa, ha dichiarato che non cederà a pressioni diplomatiche ed economiche esterne. «Se si vuole legare l’aiuto all’omosessualità – ha però rilevato –, se è così che si vorrà portare il proprio aiuto, temo che l’Occidente possa lasciarci soli nella nostra povertà».
Su 54 Paesi del continente africano, oltre allo Zambia, i rapporti tra persone dello stesso sesso sono considerati reato in altri 31 Paesi. Vige, inoltre, la pena di morte in Sudan, Nigeria settentrionale, Somalia meridionale mentre in Mauritania ne è contemplata la possibilità.