All’antivigilia della 2° edizione di Lesbicx, che si terrà a Torino dal 6 all’8 dicembre negli spazi di via Baltea 3, un gruppo di attiviste ha compiuto un’azione simbolica, affiggendo alcune targhe toponomastiche dedicate a donne lesbiche, trans, femministe, non binary. Tra queste Delia Vaccarello, Mariasilvia Spolato, Luki Massa, Marielle Franco, Carla Lonzi, Leslie Feinberg, Hevrin Kahalaf, Monique Wittig, Sylvia Rivera.
A spiegarne il significato Roberta Padovano, una delle quattro promotrici della tre giorni (insieme con Carla Catena, Paola Guazzo ed Elisa Manici) nonché storica attivista dell’associazione torinese Maurice Glbtq, della cui collaborazione, insieme con quella del Torino Pride, si è avvalso il gruppo interregionale di Lesbicx.
«L’affissione è un atto simbolico per segnare i luoghi che attraversiamo, per prenderci queste strade – ha commentato Padovano –. La toponomastica è molto importante, perché è anche su di essa che si costruisce l’immaginario della storia. E le nostre strade sono troppo piene di generali e condottieri, mentre la nostra storia, di tutte e di tutti, è fatta anche da donne che hanno aperto il cammino di liberazione per i diritti civili, per le arti, per il cinema, per la letteratura.
È anche un modo di lottare contro un’epoca, la cui tendenza imperante è essere senza memorie, antiche e recenti. Noi pensiamo che ci sia urgenza di lasciare tracce visibili, e questo atto la simboleggia».
Forte della 1° edizione bolognese e finalizzata alla realizzazione di una rete nazionale, Lesbicx accoglie tutte le soggettività che un tempo venivano considerate “non abbastanza lesbiche”, o comunque marginali, come le donne trans, quelle intersex, le persone non binarie, le migranti, le persone con disabilità, le grasse, con molta attenzione all’intersezione tra i diversi tipi di discriminazione che i soggetti complessi che abitano il nostro presente possono subire.