L’operazione notturna di alcune attiviste del Maurice Glbtq, che in prossimità della 2° edizione di Lesbicx (6-8 dicembre) hanno rinominato alcune strade di Torino con targhe simboliche, dedicate a donne rappresentative del mondo femminista, lesbico e transgender, non è piaciuta affatto a Maurizio Raffaello Marrone e ad Augusta Montaruli. Il consigliere regionale e la deputata, entrambi di Fratelli d’Italia, hanno chiesto “multe salate contro i responsabili” con l’accusa di affissione abusiva.
«Oggi i torinesi – così Marrone e Montaruli – hanno visto oscurare i nomi di alcuni dei più noti personaggi italiani e torinesi con l’affissione di manifesti abusivi. A Torino si possono rinominare abusivamente le strade senza incorrere nelle multe che toccherebbero a tutti i normali cittadini.
Ci auguriamo che la Polizia municipale intervenga e multi i responsabili. In caso di violazione delle norme del Regolamento delle Pubbliche affissioni, il Servizio affissioni e il corpo di Polizia municipale hanno infatti l’autorità di rilevare l’infrazione con apposito verbale. Le sanzioni previste vanno da euro 206,58 a euro a euro 1549,37».
Ma nella notte tra il 4 e il 5 dicembre proprio un movimento giovanile vicino a Fratelli d’Italia, Aliud – Destra Identitaria, ha pensato di ribattezzare, a sua volta, le medesime strade con targhe dedicate a figure, tutte maschili, del Ventennio. Anche se alcune di esse o ebbero rapporti altalenanti e a volte conflittuali col regime come il futurista Filippo Tommaso Marinetti o non aderirono mai al fascismo, pur essendo mitizzate nell’ultimo scorcio del Ventennio, come il pluridecorato cappellano militare don Reginaldo Giuliani.
A costituire gli altri odonimi Pino Rauti e Giuseppe Solaro.
Un’iniziativa non solo priva di originalità, in quanto esemplata su quella del Maurice Glbtq, ma anche malamente giustificata perché posta in reazione all’«ennesimo palcoscenico di strumentalizzazioni, intolleranza politica e propaganda gender». Termine, quest’ultimo, che non significa nulla non esistendo alcuna “ideologia del gender”, che è al contrario uno dei più affermati prodotti del complottismo contemporaneo, la cui invenzione è da ascriversi all’opusdeiana Dale O’Leary.
Il blitz di Aliud è stato così commentato su Fb dall’assessore torinese alle Pari Opportunità, Marco Giusta: «Che pena mi fa chi prova a copiare un progetto comunicativo per riproporre nomi che la collettività ha scelto di dimenticare. E ripropone, guarda caso, solo nomi maschili. Ricordano quei bambini che strillano per avere un po’ di attenzione. Cari figli del patriarcato, tornate nell’oblio a cui la storia vi ha consegnato».
Ironica invece la risposta delle promotrici di Lesbicx, che hanno optato con due meme significativi.
Ha preferito infine glissare al riguardo Giziana Vetrano, coordinatrice del Torino Pride, che ha dichiarato a Gaynews: «A tale provocazione non intendiamo rispondere, perché non ci faremo megafono delle loro scempiaggini.
Ci tengo invece a sottolineare come il Coordinamento abbia aderito con convinzione ed entusiasmo a Lesbicx 2: saranno tre giorni intensi per incontrarsi parlare confrontarsi fare rete. Tre giorni in cui le lesbiche si riprendono la parola per costruire percorsi comuni e uscire da quella dinamica divisoria degli ultimi anni, a causa di tematiche sulle quali ci si è troppo fossilizzate. Tre giorni di politica, proposte ma anche di musica di pranzi e di danze».