Il trasferimento del chirurgo Fabio Gasperetti, specializzato in interventi di mastoplastica additiva, ad altro reparto del presidio ospedaliero Santa Chiara di Trento aveva suscitato non poca preoccupazione tra le persone trangender MtF. A partire da Atma Lucia Casoni, alla quale era stata fissata da tempo al 9 dicembre la data per tale operazione.
Preoccupazione motivata dal fatto che il Santa Chiara è rimasto di fatto l’unica struttura ospedaliera sul territorio nazionale a garantire la mastoplastica additiva in convenzione con il Servizio sanitario nazionale.
A lanciare per primi l’allarme, il 1° dicembre, attraverso un comunicato e una raccolta firme Movimento Sardo Transgender e Fuori dai binari – Torino, che hanno interessato della questione Giovanni Guercio.
Il 3 dicembre l’avvocato di origine palermitana, tra i più affermati nella tutela legale delle persone trans, ha così chiesto spiegazioni al direttore del Servizio ospedaliero della Provincia autonoma di Trento, cui è seguita, all’indomani, una risposta chiarificatoria in termini positivi: «Si segnala che non è stata sospesa alcuna attività clinica nei confronti delle persone transgender e che quanto paventato nella sua nota va imputato a un disguido nella programmazione delle sedute operatorie occorso nella fase di attivazione della struttura di Chirurgia senologica, nell’ambito della più complessa riorganizzazione della Brest Unit aziendale».
Contattato da Gaynews, l’avvocato Guercio ha così commentato la risposta del direttore sanitario Guarrera: «Posso dire di essere assai soddisfatto della tempestività con cui l’Azienda ha risposto alle nostre istanze. Di fatto gli interventi sono ripresi con regolarità, e questo è ciò che ci interessa. La tutela della salute delle persone trans* è assai carente nel nostro Paese: basti pensare al mancato reperimento dei farmaci a base di testosterone per gli FtM, all’aumento spropositato dei costi per la terapia ormonale delle ragazze MtF, cui si aggiungono, per rimanere in tema, le lunghe liste d’attesa per gli interventi di riassegnazione chirurgica del sesso (Rcs), allo stato effettuati in pochissime strutture nell’intero territorio nazionale.
C’è ancora tanta strada da fare, e lancio un appello a quei politici più sensibili alla nostra causa, affinché ci aiutino a portare queste importanti istanze all’attenzione di chi può fare qualcosa di concreto. Fin da bambino ho avuto un motto: fatti non parole».
A esprimere soddisfazione per l’esito della questione anche Cosmo Fragapane di Fuori dai binari – Torino, che ha dichiarato al nostro giornale: «Nei giorni scorsi la presidente di Movimento Sardo Transgender, Chloe Pirina, è stata contattata da una ragazza trans MtF in merito al caso poiché, seppur prenotata per l’intervento di mastoplastica additiva, le era stata comunicata l’impossibilità di operarsi presso l’ospedale Santa Chiara di Trento a causa di alcune modifiche al regolamento interno della struttura. L’associazione si è immediatamente mossa in tal senso e, coadiuvata dal gruppo Fuori dai binari di Torino, ha mobilitato associazioni, gruppi e singole persone trans da tutta Italia. C’è stata un’incredibile adesione e grande coinvolgimento, in particolare da parte dell’avvocato Giovanni Guercio e da moltissime altre istanze che si sono mosse immediatamente.
Il nostro agire con compattezza e senso di collaborazione ha fatto sì che l’ospedale facesse un passo indietro circa la decisione presa e ci è stato, infine, comunicato, che le operazioni di mastoplastica additiva per le ragazze trans MtF d’ora in avanti saranno garantite e si svolgeranno regolarmente.
Siamo felici del risultato ottenuto, soprattutto perché abbiamo dimostrato che le persone trans sanno muoversi assieme con efficacia e determinazione quando si tratta di rivendicare i propri spazi e i propri diritti. E, soprattutto, che le identità T+ sono e vogliono essere protagoniste a livello politico e sociale.
Movimento Sardo Transgender e Fuori dai binari di Torino si rendono, ovviamente, disponibili laddove si creassero altre situazioni analoghe, collaborando nella prospettiva di dar vita e voce a un più ampio movimento trans a livello nazionale».