Nell’ambito della discussione sul bilancio della Regione Lombardia, che termina oggi, il Consiglio ha bocciato un ordine del giorno a firma di Simone Verni (M5s), che chiedeva di illuminare Palazzo Pirelli in occasione delle manifestazioni del Milano Pride 2020.
A votare contro l’odg la maggioranza di centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia), mentre si sono espressi a favore Pd, +Europa, Lombardi Civici Europeisti e M5s.
Nel motivare il suo no, il consigliere leghista Massimiliano Bastoni ha definito il Pride «una baracconata che non rappresenta nemmeno tutti gli omosessuali». Mentre il capogruppo di Forza Italia, Gianluca Comazza, ha spiegato: «Queste richieste vengono valutate come da prassi dall’ufficio di presidenza».
Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi ha così commentato l’accaduto all’Adnkronos: «Palazzo Pirelli rappresenta tutti, è il palazzo di tutti i cittadini lombardi e non abbiamo mai dato il permesso di illuminazioni a manifestazioni o altro che fossero di parte».
Affermazione, però, ampiamente smentita da precedenti avvenimenti consimili. Come, ad esempio, quando il 22 gennaio 2016 la facciata del Pirellone si illuminò all’imbrunire con la scritta Family Day in segno di adesione della Regione Lombardia alla manifestazione del 30 gennaio successivo, che si tenne al Circo Massimo a Roma contro l’allora ddl Cirinnà.
A farne espressamente riferimento Marco Fumagalli, capogruppo del M5S Lombardia, che in una nota ha dichiarato: «Un atteggiamento razzista del centrodestra in Consiglio regionale. Si trattava di sostenere una manifestazione di democrazia e civiltà che ogni anno sottolinea l’importanza della lotta alla discriminazione e dell’accoglienza. È un atto gravissimo perché va contro alla tutela dei diritti civili. Noi non ci stiamo. La Lombardia è di tutti i lombardi non solo di quelli del Family Day».
Da parte sua il consigliere Verni ha affermato: «Con la proposta di legge antidiscriminatoria che ho depositato nei giorni scorsi e questo ordine del giorno ho avviato un percorso perché la Regione Lombardia faccia finalmente la sua parte per le persone gay, lesbiche e trans. Con atti, proposte e iniziative solleciteremo costantemente la nostra Regione, non è possibile che la ricca e “moderna” Lombardia sui diritti civili sia ferma all’Anno Zero.
La bocciatura del nostro ordine del giorno è molto grave e manifesta, ancora una volta, lo spirito razzista e discriminatorio della maggioranza xenofoba, bigotta e ipocrita di centrodestra! Chiedevamo di sostenere simbolicamente una manifestazione di civiltà e democrazia.
Per parte nostra non ci fermeremo finché non cambieranno idea. Non possono esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B nella nostra Regione».