Dal 19 al 21 dicembre si è tenuto a Riyad lo spettacolare festival di musica elettronica MDL Beast, che ha visto la partecipazione di oltre 400.000 persone sì da essere l’evento più grande, nel suo genere, mai registratosi in Arabia Saudita.
La kermesse è stata promossa dal principe Moammad bin Salman nell’ambito del suo più ampio programma di modernizzazione del Regno. Ma per l’erede al trono dei Saud è soprattutto fondamentale offrire all’Occidente una diversa immagine del Paese, dove la violazione dei diritti umani continua massicciamente a partire da quelli delle donne e delle persone Lgbti. Per non parlare degli imprigionamenti, torture e, talvolta uccisioni, di giornalisti e attivisti fino alle primarie responsabilità nella guerra civile dello Yemen, che ha causato finora più di 100.000 morti.
Una vera e propria strategia di restyling e riabilitazione del Regno dei Saud, per il cui perseguimento si sono spesi negli ultimi anni miliardi di dollari. Ma quella del MDL Beast è stata la campagna più costosa di sempre con la presenza di attori, top model, influencer e dj di fama internazionale dal calibro di David Guetta e Steve Aoki, che, secondo fonti anonime di Diet_Prada, hanno accettato di visitare il Paese dietro pagamento di somme milionarie per poi postare foto e commenti elogiativi.
Come, ad esempio, l’attore Armie Hammer, che su Instagram ha parlato del festival come di una “svolta culturale”.
Immediata la replica del giornalista Yashar Ali, che ha commentato: “Mentre eri lì, hai trovato il corpo di Jamal Khashoggi?”, riferendosi al reporter e scrittore saudita ucciso e smembrato nel consolato di Istanbul il 2 ottobre 2018.
Ne è scaturita una polemica dal carattere internazionale con condanne a catena di influencer e celebrità, la cui partecipazione all’evento è stata definita sui social vergognosa.
Un ruolo fondamentale in un tale j’accuse di massa è stato svolto dal citato account Instagram Diet_Prada, che con i suoi 1.600.000 follower è uno dei più temuti nel mondo della moda per i post dal taglio inchiestistico.
Si è potuta così apprendere anche la posizione di aperta reazione di Emily Ratajkowski, che, come reso noto su Instagram dalla modella transgender Theodora Quinlivan, si era rifiutata di andare in Arabia Saudita. Motivo che la top model e attrice statunitense ha così spiegato a Diet_Prada: «È molto importante per me chiarire il mio sostegno ai diritti delle donne, alla comunità Lgbtq, alla libertà di espressione e al diritto della stampa libera. Spero che l’avanzare su queste cose porti più attenzione alle ingiustizie che accadono lì».