La 77enne Margaret Court è tornata ad attaccare le persone Lgbti a meno di un mese dall’inizio degli Australian Open. In essi si terranno le celebrazioni cinquantenarie del Grande Slam, che l’ex campionessa di tennis si aggiudicò, primo nell’era Open, nel 1970. Celebrazioni cui Court è stata invitata con molto ritardo proprio per le passate dichiarazioni omotransfobiche.
Solo il 30 novembre, infatti, la Federazione australiana ha dichiarato, in una nota, di rispettare «Margaret per la sua ineguagliabile carriera e la accoglierà all’Australian Open per celebrare l’anniversario di questa importante data della sua carriera», pur stigmatizzando le idee «sminuenti» della campionessa sull’omosessualità e il matrimonio egualitario.
Ma ieri Margaret Court, che nel 1995 ha fondato a Perth la chiesa pentecostale Victory Life Center ed è pastora della stessa, ha tenuto un sermone infuocato attaccando in particolare le persone transgender e facendo notare come nello stesso movimento Lgbt ci sia difficoltà al riguardo. «Voi sapete – ha affermato – che le stesse persone Lgbt non vorranno in realtà mai effettivamente mettere la T alla fine, perché soprattutto negli sport femminili, vanno incontro a così tanti problemi».
Ha poi dichiarato che «il diavolo» vuole controllare l’Australia in modo da poter influenzare «la mente e la bocca della gente». Per poi aggiungere: «Sai, anche quel materiale Lgbt nelle scuole, è il diavolo, non è di Dio».
Come noto, Court è da anni sotto attacco per aver definito più volte l’omosessualità «un abominio agli occhi del Signore», schierandosi poi contro la legalizzazione del matrimonio egualitario in Australia.