Sono arrivate, come prevedibile, le reazioni di rappresentanti della politica nazionale e friuliano-giuliana all’ennesima presa di posizione omotransfobica del consigliere comunale triestino Fabio Tuiach.
Il 2 gennaio il pugile e lavoratore portuale, eletto nelle file della Lega, poi passato a Forza Nuova e oggi nel Gruppo Misto, ha scritto in un post, poi rimosso: «Voi sareste veramente così omofobi da non dare dei figli a due uomini innamorati che si sfondano il culo e litigano solo in mancanza di vasellina? Che mondo di merda se non credi che questo sia vero amore oltre al blocco su Facebook presto sarai rinchiuso in un campo di concentramento per omofobi».
A seguito dei primi articoli Tuiach aveva rincarato, ieri, la dose con un secondo post provocatorio.
A due giorni di distanza il Partito Democratico ha dichiarato: «Non è possibile che dichiarazioni del genere vengano fatte in Paese civile, figuriamoci da un rappresentante delle istituzioni. Sarebbe bello non doverci vergognare di avere persone che la pensano così in un consiglio comunale, perché non rappresentano né l’Italia né Trieste. Questa roba rappresenta solo una vergogna che abbiamo il dovere di combattere, da sempre».
Gli hanno fatto eco il segretario regionale dem del Friuli-Venezia Giulia, Cristiano Shaurli, e la segretaria del Pd triestino Laura Famulari.
Shaurli ha parlato di «lurida omofobia e bieco maschilismo sui social», accusando Tuiach di essere «indegno di ricoprire la sua carica istituzionale».
Per il segretario regionale dem «le istituzioni non devono tollerare più chi fa politica con l’odio e devono isolare con fermezza chi è indegno di rappresentare i nostri cittadini, a maggior ragione quando abbiamo a che fare con personaggi che sembra provino gusto ad alzare il volume delle loro farneticazioni.
Se costoro non hanno nemmeno la dignità di dimettersi tocca alle Istituzioni, trasversalmente, trovare gli anticorpi a questa deriva. Devono farlo i leader di partito, i sindaci e i presidenti di Regione, perché sia chiaro quali sono i limiti e i doveri di chi siede nelle assemblee elettive, e anche per difendere il diritto dei cittadini a non essere rappresentati da chi predica antisemitismo e omofobia».
Laura Famulari ha invece rilevato come «pesi il silenzio del sindaco Dipiazza» che dovrebbe fare come il presidente del Consiglio comunale, Francesco Panteca, il quale ha preso le distanze dalle parole di Tuiach.
Critiche anche dal Movimento 5 Stelle per bocca di Ilaria Dal Zovo, capogruppo nel Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, che ha dichiarato: «Esprimiamo la nostra piena solidarietà al mondo Lgbt dopo le sconcertanti parole scritte da Fabio Tuiach. Non più tardi di ieri abbiamo chiesto le dimissioni di un consigliere di San Daniele del Friuli, secondo cui una vittima di violenza sessuale ‘se l’è cercata’. Spiace iniziare l’anno con questi pessimi esempi ma non possiamo che ribadire questa richiesta anche a Tuiach, ricordando che il suo ruolo di rappresentante delle istituzioni imporrebbe maggiore sensibilità, quantomeno nell’uso del linguaggio».
La consigliera regionale pentastellata ha quindi aggiunto: «Purtroppo non è la prima volta che il consigliere comunale esprime posizioni aberranti, in particolare nei confronti del mondo Lgbt. Difficile quindi aspettarsi da lui un passo indietro. Riteniamo invece doverosa una ferma presa di posizione contro le parole di Tuiach da parte del sindaco Roberto Dipiazza e dalla maggioranza che lo sostiene».