Si è tenuta il 5 gennaio, a partire dalle 21:30, presso il Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills la 77° edizione dei Golden Globe. A farla da padrone, nella cerimonia di consegna dei premi per il cinema e la televisione assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, il regista inglese Sam Mendes, il cui film 1917 si è aggiudicato il riconoscimento come miglior film drammatico e per il quale ha vinto anche la statuetta per la miglior regia.
Joaquin Phoenixe e Renée Zellweger sono stati rispettivamente premiati come miglior attore protagonista per Joker e miglior attrice per l’interpretazione di Judy Garland in Judy. A Brad Pitt e Laura Dern, invece, i Golden come miglior attore non protagonista per Once upon a Time in Hollywood e migliore attrice non protagonista per Marriage Story. Premiato anche Quentin Tarantino per sceneggiatura e miglior film commedia o musicale con Once upon a Time in Hollywood, mentre a Elton John è andato il Golden Globe per (I’m gonna) love me again in Rocketman come miglior canzone originale.
Nella categoria televisione, tra i vincitori, Russell Crowe, cui è andato il premio come miglior attore in una serie tv per The Loudest Voice, dove ha interpretato Roger Ailes, il magnate della Fox, alla luce del Trumponomics e della stagione del movimento femminista Me Too. A ritirare il premio per l’attore, tornato in Australia per stare vicino alla famiglia nell’emergenza incendi che sta divorando il Paese, Jennifer Aniston, che ha letto con emozione un appello di Crowe sul clima: «Non commettiamo l’errore: la tragedia che sta avvolgendo l’Australia è basata sul cambiamento climatico. Puntiamo sulle energie rinnovabili».
Premiata come miglior attrice non protagonista per la serie The Act, Patricia Arquette – alla cui sorella transgender Alexis, morta nel 2016, e a tutte le persone trans ha dedicato, nel settembre scorso, il suo Emmy Award – ha attaccato pubblicamente Donald Trump: «Quando torneremo a guardare questa notte nei libri di storia, la ricorderemo per un Paese sull’orlo della guerra, gli Stati Uniti d’America. Un presidente che minaccia su twitter di bombardare 52 siti tra i quali ce ne sono alcuni culturali; giovani che rischiano la vita, viaggiando attraverso il mondo; persone che non sanno se le bombe stanno per cadere sulla testa dei loro figli. E l’Australia in fiamme. Così, mentre amo molto i miei ragazzi, chiedo a tutti noi di dare loro un mondo migliore».
Grande emozione, anche, quando Kate McKinnon, attrice che debuttò nel 2007 con The big Gay Sketch Show, ha presentato Ellen DeGeneres, che ha ricevuto il Carol Burnett Award, riconoscimento alla carriera di persone distintesi in trasmissioni televisive.
«I comportamenti cambiano – ha detto McKinnon, trattenendo le lacrime – ma solo perché ci sono persone coraggiose come Ellen che saltano sul fuoco e le fanno cambiare. E se non avessi visto lei in tv, non sarei mai finita in tv, avrei continuato a pensare di essere un’aliena. Così, grazie, Ellen, per avermi dato la motivazione a farlo».
Nel ricevere il premio la conduttrice 61enne ha dichiarato: «Tutto quello che ho sempre voluto fare è far star bene le persone e ridere. Non c’è sensazione più bella di quando qualcuno mi dice che ho migliorato la loro giornata con il mio spettacolo». Ellen DeGeneres ha affermato di essere stata particolarmente gratificata da spettatori e spettatrici che, guardando The Ellen Show, si sono sentite ispirate a incoraggiare e sostenere le persone nelle loro vite. «Questo è il potere della televisione – ha aggiunto – Sono così grata di farne parte».
Classe 1958, l’attrice, comica, e doppiatrice è tra le donne lesbiche più celebri del mondo della tv. Da 16 anni conduce il seguitissimo talk show diurno The Ellen Show. DeGeneres ha già ricevuto due dei più alti riconoscimenti negli Stati Uniti: la Presidential Medal of Freedom e il Mark Twain Prize for American Humor. Oltre al lavoro televisivo ha prestato la propria voce a Dory, il nevrotico pesce blu del Pacifico, nei film animati Alla ricerca di Nemo e Alla ricerca di Dory.