Da opinionista nelle prime tre edizioni, presentate da Ilary Blasi, a conduttore del Grande Fratello Vip 2020, la cui prima puntata è andata in onda l’8 gennaio su Canale 5.
Alfonso Signorini ha così assunto il timone della seguitissima trasmissione Mediaset in versione vip, annunciando un’inversione di rotta rispetto al passato in base all’assunto «leggerezza non è stupidità».
Ne ha parlato in un’intervista a Laura Rio de Il Giornale poche ore prima del debutto della 4° edizione, non senza rispondere a una domanda relativa alla presenza o meno di qualche «personaggio eccentrico come Malgioglio».
«È il mio preferito – ha dichiarato Signorini – tra tutti i concorrenti dei Gieffe passati. Devo dire, però, che io non amo certi stereotipi, non ho voluto nel cast gay con paillettes e lustrini, penso si possa raccontare il mondo omosessuale anche in modo più normale. Per esempio attraverso l’esperienza – quella femminile è poco raccontata in tv – di Licia Nunez, per sette anni legata a Imma Battaglia».
La dichiarazione ha suscitato la reazione di Dario Ballini D’Amato, social media manager di Italia Viva, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Povero, povero, povero Alfonso. Se la prende contro “certi stereotipi” e non si accorge che il peggiore degli stereotipi lo incarna proprio lui. Quello del “gay da cortile” (per citare, mutatis mutandis, Malcom X). Quello che parla di normalità. Quello che si scaglia contro i Pride. Quello che si scaglia contro l’autodeterminazione altrui lanciando giudizi negativi su chi vive la sua vita come meglio crede.
Non esistono i gay normali. Proprio come non esistono gli etero normali. Ognuno di noi è gay ed etero a modo suo. E pensa un po’, caro Alfonso, molti di noi si rifiutano di piegarsi ai canoni di una società machista ed eteronormata disposta a tollerarci solo a patto che ci si “normalizzi”, che si rinunci alle nostre unicità, e chi ci si omologhi ad un’idea tossica di normalità».
Poi citando un passo delle Lettere Luterane di Pasolini, Ballini D’Amato ha concluso: «Caro Alfonso, “non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro. T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece”».