In una lunga intervista concessa a Linkiesta.it Elena Bonetti, ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, ha anche affrontato il tema dell’omotransfobia e della necessità di una specifica legge di contrasto.
«Ritengo che oggi il nostro Stato – così la responsabile del dicastero di Largo Chigi – debba dotarsi di uno strumento giuridico che permetta di definire come reato anche l’omotransfobia e le forme di discriminazione e di violenza basate sull’orientamento sessuale e identità di genere. È una battaglia importante, rispetto alla quale c’è di fatto un consenso nel Paese. Anche per quella maturità cui il nostro Paese deve arrivare, di rispetto profondo del valore di ogni persona umana, di rispetto pieno delle diversità».
La ministra ha ricordato come ci sia «un iter parlamentare che è stato già avviato alla Camera con l’incardinazione del progetto di legge presentato da Alessandro Zan. Ma è stato disposto l’abbinamento di altri testi depositati sulla materia. Immagino che si arriverà a un testo unico che raccolga le istanze e le sollecitazioni dei vari punti di vista. Per quanto mi compete, accompagnerò nel rispetto del Parlamento l’eventuale formulazione di un testo unico: sono in contatto, in prima persona, con Zan ma anche con Scalfarotto, Boldrini, Majorino, Cirinnà, che hanno appunto presentato progetti di legge specifici. Rispetto a questa materia si sta davvero configurando una visione unitaria, che credo sia la cosa auspicabile».
A fronte di rumor su un ipotetico testo del Governo in materia e di qualche appello associazionistico in tal senso la risposta di Elena Bonetti è stata inequivocabile: «Non vedo perché dovremmo presentare un nostro testo laddove ce n’è uno che raccoglie le istanze, in particolare, delle forze di maggioranza, che sicuramente troveranno, in un tavolo di condivisione, un’azione altrettanto unitaria. Sul tema poi di quale sia il testo, verrà valutato dal relatore all’interno della Commissione e dai capigruppo di maggioranza.
Il tema principale è quello dell’estensione degli effetti dei recenti articoli 604 bis e ter del Codice penale, che hanno recepito il disposto della legge Mancino, anche alle violenze e discriminazioni per motivi di orientamento sessuale o identità di genere. È chiaro poi che competerà, non so se all’interno di questa legge o nell’ambito delle politiche dell’esecutivo, attuare anche politiche di contrasto, di protezione, di sostegno alle vittime rispetto ai fenomeni di violenza».
Le dichiarazioni della ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità sono state accolte con soddisfazione da Alessandro Zan, che come relatore della legge dovrà adesso redigere un testo base unificato. «Non posso che plaudire alla sensibilità e all’interesse della ministra Bonetti – così a Gaynews – perché si giunga in sede parlamentare a un testo che, raccogliendo le varie istanze e sollecitazioni provenienti da più parti, offra un approccio unitario e condiviso al tema. Da parte mia piena collaborazione e intesa col ministero perché si proceda in tal senso».