Nella seduta del 14 gennaio il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la mozione Nardini (Pd) a condanna dell’aggressione avvenuta, l’11 gennaio, ad Altopascio (Lu) e in solidarietà della vittima Simone Turini. Nell’illustrarne il contenuto in Aula la consigliera dem Alessandra Nardini ha rilevato come «nel Paese contro l’omotransfobia ci sia ancora un grande vuoto normativo».
La mozione è stata sottoscritta dai consiglieri Pd Stefano Baccelli, Antonio Mazzeo, Andrea Pieroni, Ilaria Giovannetti, Monia Monni, Enrico Sostegni e Francesco Gazzetti e dai componenti della maggioranza di centrosinistra Serena Spinelli (Gruppo Misto) ed Elisabetta Meucci (Italia Viva).
«Vogliamo esprimere – così Alessandra Nardini- anche dai banchi delle istituzioni regionali ferma condanna sull’aggressione omofoba avvenuta nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 gennaio in un locale di Altopascio e piena solidarietà e vicinanza al ragazzo aggredito e offeso, Simone Turini, e alle sue amiche e amici coinvolti in questa gravissima vicenda. Abbiamo fin da subito condiviso la vicinanza espressa a livello istituzionale dai due Comuni coinvolti, Altopascio in quanto sede dell’accaduto, e Santa Croce sull’Arno in quanto luogo di residenza del ragazzo, e da altri Comuni come quello di Lucca e quelli della Valdera, che hanno esposto nei rispettivi municipi le bandiere Lgbtiqa+».
Alla luce di tali esempi la Regione s’impegna, con la mozione, «a deliberare in merito all’esposizione della bandiera Lgbtiqa+presso la propria sede» in segno di «solidarietà di tutte le vittime di violenza e discriminazione in virtù del proprio orientamento sessuale».
La mozione inoltre impegna la Giunta a «farsi di nuovo interprete» presso il governo centrale della necessità di approvare con urgenza una legge «volta a contrastare chiaramente gli episodi di omotransfobia che ancora oggi vedono, in Toscana, vittime le soggettività Lgbtiqa+».
L’atto, ancora, chiama il governo regionale a proseguire nelle azioni di contrasto di ogni forma di violenza e a promuovere «un confronto costante» con tutte le amministrazioni pubbliche per sollecitarne l’adesione alla Rete Re.a.dy. In questa direzione occorre «garantire continuità e appropriatezza al sostegno economico di competenza regionale», e attivare un «confronto programmatico e operativo» con tutte le associazioni del Comitato Toscana Pride, attraverso tavoli di discussione regionali.